ASSALTO GIUDIZIARIO

Chi va in collera perde la scommessa. I bookmaker inglesi sono davvero dei bricconi. In Italia gli AntiCav si sbattono come dannati. Bunga, sfiducia, pm, Ruby, piazza, donne, vergogna e che Dio illumini il Carroccio. Ogni ora una trappola, ogni trappola una speranza, così, tutti i santi giorni, con l’umore che va su e giù, tenaci, convinti, instancabili. Tutto è lecito pur di eclissare il cattivo di Arcore. Qualcuno comincia ad avere la sindrome da Bip Bip. Non l’acchiapperemo mai. Però stavolta è diverso. Vedono la chioma rossa della Boccassini e sono pronti a giocarsi la casa che alla fine gliela faranno pagare. Il processo Ruby è un’architettura perfetta. C’è di tutto. Il potere, la donna perduta e minorenne, l’esotico, le intercettazioni come un grande romanzo popolare, lo sputtanamento, le lettere spedite ai giornali stranieri. E cosa ti combinano i bookmaker? Dicono che Silvio sarà assolto. La condanna viene data a 2,20. L’assoluzione vale 1,60. Gli AntiCav stanno pensando di scommettere. Così ci facciamo pure i soldi, dicono. Solo che un’ombra di preoccupazione segna la loro faccia. Un’altra agenzia, l’autorevole William Hill, fa sapere che prima del 2012 il governo del Cavaliere non verrà disarcionato. Non passate il tempo a contare le ore. I tempi sono ancora lunghi. Il Papa straniero, d’altra parte, lo stanno ancora cercando. Il Quirinale e il Carroccio non hanno fretta. Solo la piazza è frenetica. Sente l’odore della preda e ha la bava alla bocca. Ma per i bookmaker questo non è un buon segno. Guardate come si sta sbriciolando il Fli dei finiani. Tutta colpa della fretta.
Gli inglesi sono professionisti. Non snocciolano cifre a caso. L’imponderabile esiste, ma i bookmaker sono abituati a non confondere la realtà con speranze e ideologie. Chissà cosa li ha spinti a dare Berlusconi favorito? Il dubbio è che abbiano letto le carte. Qualcosa in questo castello di intercettazioni, gossip mercenario, testimoni, leggende appare come quella legna che fa molto fumo, ma si consuma in fretta. È la solita foga. Si esagera. Quelle carte servono a distruggere la personalità di Berlusconi. Ma poi in un processo reggono? O sono solo chiacchiere? Il gip scrive che gli indizi sono sufficienti per andare avanti, per non archiviare. Il verdetto però è un’altra storia. Non basta una buona sceneggiatura. Perfino Repubblica si accontenta. Quello che doveva fare è stato fatto. L’importante era dare in pasto la vita di Berlusconi al popolo AntiCav. Lo sdegno, la morale, il femminismo, un bersaglio contro il quale sfogare tutti i rancori. Repubblica doveva scatenare i sentimenti. Fiaccare Berlusconi ormai alle corde. Quello che non si aspettavano è che l’uomo resiste. È testardo, si rialza, combatte, non ha nessuna voglia di essere impiccato sulla pubblica piazza. Ricorda Jack La Motta: non mi butti giù. Neppure i suoi alleati se lo aspettavano. E troppe volte hanno già cantato il de profundis. La resistenza del Cav è snervante per i suoi avversari. Nemmeno si preoccupa.
I bookmaker queste cose le sanno. Ma la verità forse è un’altra. Comunque vada a finire questa storia la scommessa più importante l’Italia l’ha già persa. Tutto il mondo è uscito dal Novecento. Noi continuiamo a sguazzarci dentro.

Abbiamo uno stramaledetto bisogno di un’ideologia. È l’unico modo che conosciamo per fare politica. Scommettiamo che dopo Berlusconi s’inventeranno un nuovo nemico universale? I bookmaker inglesi sussurrano un nome: Marchionne.

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