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Berlusconi: "Accordo con la Lega? Pronto anche a fare il ministro"

Il Cavaliere torna a parlare in radio e critica le affermazioni di Monti sull'estremismo del Pdl. Il Prof "parla ex cathedra con lo stipendio sicuro". Sulla Lega: "Vicini all'accordo"

Berlusconi: "Accordo con la Lega? Pronto anche a fare il ministro"

È un Silvio Berlusconi ottimista quello che parla all'emittente Radio Radio. L'ex premier si imbarca in un discorso a tutto campo, dai risultati del governo tecnico ai piani per il futuro. Il Cavaliere comincia dai numeri e dalle percentuali. Dal 20% che il Pdl ha già superato. E che con i Fratelli d'Italia di Ignazio La Russa diventa un 22,6%. Con l'idea di "arrivare a quel 40% che ci hanno dato gli italiani nel 2008".

"Dobbiamo far sapere agli italiani che noi siamo ancora qui con un'esperienza conquistata in 10 anni di governo, dice il Cav, forte di "un programma per tirare fuori il Paese dalla recessione". È sicuro di tornare al governo, anche se "può sembrare difficile", perché "c'è una maggioranza di cittadini che non si riconoscono nella sinistra"

Monti? "Parla ex cathedra con lo stipendio sicuro"

Poi critica Monti: "I professori parlano sempre ex cathedra e non accettano di essere contraddetti. Sono lontani dalla realtà" e "hanno lo stipendio sicuro". E condanna il suo approfittarsi "di ogni occasione per mettersi in mostra". Perché "ha parlato 4 volte al giorno per 13 mesi". E "se lo faccio io è uno scandalo".

Berlusconi ribadisce quanto detto nei giorni scorsi sulla necessità di votare uno dei partiti maggiori, per dare continuazione a un "bipolarismo maturo". Ma specifica comunque le differenze con una sinistra che "ancora annuncia una tassa patrimoniale" e "l'apertura delle frontiere con l'intento di dare il voto agli immigrati". Che poi il Prof. voglia un centrosinistra senza ali estremi è "una cosa fuori dal mondo", perché "il Pd è tutto quello".

Proprio perché crede nel bipolarismo Berlusconi torna ad attaccare il "centrino" montiano, che "non fa che sottrarre voti alla coalizione dei moderati". Dopo le dichiarazioni di questa mattina del premier uscente sulle posizioni estremiste del Pdl inizia a "dubitare della capacità di giudizio del presidente del Consiglio Monti".

Dubbi che del resto riguardano anche l'utilità di un anno di governo tecnico, seguito alle dimissioni di Berlusconi, legate anche al "tradimento di Fini". Per il Cav sarebbe stato meglio andare al voto. Anche perché - dubita - alla storia del baratro in cui l'Italia rischiava di cadere "non ci ho mai creduto".

E poi l'ultima bordata: "Mario Monti sta anche polemizzando aspramente con i partiti che lo hanno sostenuto al governo, al punto che appare, direi, inconciliabile il suo ruolo di presidente del Consiglio e candidato alle elezioni e se fosse stato veramente corretto avrebbe dovuito dimettersi sia da senatore a vita che da presidente del Consiglio".

"Pronto a fare il ministro"

L'ipotesi di un passo indietro per allearsi con la Lega Nord? "Posso fare il ministro dell’Economia, il ministro degli Esteri, qualunque cosa giovi al mio Paese e a coloro che non si riconoscono nella sinistra. Il mio problema non esiste".

Da Santoro? "Nulla da temere"

Il Cav torna a distinguere tra la candidatura di Ingroia e quella di Grasso. Il secondo "non estremista", mentre il primo "di estremissima sinistra". E conferma di voler andare da Santoro "per parlare ad un pubblico importante", in una situazione in cui "non mi è stata data nessuna possibilità di andare ad un prime time". E perché non ha "nulla da temere". Travaglio? "Un genio del male, un pm mediatico".

Ma "chi fa il pm ama fare il male agli altri, io amo fare il bene".

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