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Berlusconi non molla: "La mia candidatura? In gioco la democrazia"

Il Cavaliere conferma l'intenzione di correre alle elezioni Europee. Attesa per la decisione di Corte Ue e tribunale di Sorveglianza

Berlusconi non molla: "La mia candidatura? In gioco la democrazia"

Berlusconi annuncia la sua candidatura alle elezioni europee per scuotere la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. Per il Cavaliere, condannato in via definitiva, sono scattate tutte le tagliole legali: decadenza in virtù della legge Severino, interdizione dai pubblici uffici, incandidabilità. Tuttavia l'ex premier confida ancora nella Corte di Strasburgo a cui, in settembre, ha inviato il ricorso per il suo caso. Il nocciolo della questione, racchiuso in un fascicolo di 33 pagine, è proprio la contestazione della legge Severino, entrata in vigore alla fine del 2012. Il provvedimento che impone la decadenza e la non candidabilità per i condannati, è però contrario al divieto di retroattività delle sanzioni penali e per questo viola l'articolo 7 della Convenzione dei diritti dell'uomo. Non solo: la legge Severino è contraria pure all'articolo 3, protocollo 1 del Cedu, che stabilisce il diritto a libere elezioni. Nel merito Strasburgo non si è ancora espressa sulla ricevibilità del ricorso ma in gennaio i giudici europei avevano dichiarato ricevibile un ricorso sulla retroattività della legge Severino avanzato da un candidato alle regionali del Molise.

Al di là delle questioni meramente tecnico-giuridiche, Berlusconi vuole tenere alta la tensione sul suo caso. Che è un caso politico. «Qui è in gioco la democrazia e lo Stato di diritto del Paese», s'è più volte lamentato con i suoi. E ancora: «Ma io non mollo e combatterò fino alla fine». Una battaglia tutta politica, più che giuridica. Anche perché, il 10 aprile, è in arrivo un'altra bastonata: i giudici dovranno stabilire se applicare i servizi sociali o gli arresti domiciliari. Erroneamente si pensa che, qualora Berlusconi indicasse una struttura idonea dove poter svolgere i servizi sociali, eviterebbe gli arresti. Non è così; e soprattutto l'ex premier non ha intenzione di provare a percorrere quella che sembra la strada del «meno peggio». «Io rieducato? Assurdo, non l'accetterò mai». Così il Cavaliere attende - non senza un senso di angoscia - la decisione della magistratura. Se saranno arresti sarà bavaglio: impossibile fare campagna elettorale per le euroelezioni del 25 maggio, anche soltanto tramite telefono.
Sarà un caso eclatante e assurdo che l'ex premier intende cavalcare. Infatti, intervenuto telefonicamente a una manifestazione di Forza Italia organizzata a Varese dall'europarlamentare Lara Comi, lo dice chiaro: «Purtroppo la sinistra quando non riesce a battere sul piano politico un avversario cerca di farlo fuori giudiziariamente», è la risposta dell'ex premier alla Comi che chiede lumi sulla sua prossima candidatura alle europee. Candidatura per la quale il Giornale promuove una di raccolta di firme. Mentre Daniela Santanchè chiede di raccogliere sì le firme; ma per consegnarle a Napolitano affinché grazi Berlusconi motu proprio: «Ne servono milioni affinché in Italia venga ripristinata la democrazia», dice.

Berlusconi, al telefono con Varese, parla per mezz'ora. Ringrazia l'europarlamentare azzurra, ricorda le origini della sua famiglia, vissuta proprio in quelle zone nei primi anni Quaranta e conferma che il problema della magistratura è macroscopico: «La riforma delle riforme è quella della giustizia»; e sarà Forza Italia ad approvarla, quando tornerà al governo. Quando? Tra non molto. Berlusconi vede le elezioni tra un annetto e spinge sui club che dovranno fare proseliti in modo capillare perché «Il 56% di coloro che hanno votato M5S sono delusi. Dobbiamo intercettarli». L'obiettivo è fare come nel '94. Si può fare perché «Siamo mossi da lungimirante follia.

Lungimiriamo!».

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