Stoccate a Matteo Renzi, segnali di pace verso gli alleati di centrodestra. Silvio Berlusconi va all'attacco del governo e pizzica il premier sulla lettera inviata ai sindaci per sbloccare le opere incompiute. Un messaggio che lascia intuire l'intenzione di definire in maniera sempre più marcata l'opposizione di Forza Italia all'esecutivo. «È l'ennesima trovata di questo governo che ha riempito l'Italia di promesse» attacca il Cavaliere. «Già oggi non ci sono le coperture finanziarie per mantenerle, nonostante abbiano aumentato la pressione fiscale complessiva».
Berlusconi, alla vigilia dei ballottaggi, concede una intervista al quotidiano Il Centro. Un dialogo utile a ricordare l'elenco delle priorità per il Paese, su tutte l'economia e la ripresa dei consumi: «L'Italia ha bisogno di interventi radicali sul fronte del fisco, del lavoro e delle infrastrutture, della riduzione delle tasse sulle famiglie, sulle imprese e sul lavoro. Solo così avremmo più consumi, occupazione e produzione».
Berlusconi, però, non elude la questione dello scontro interno al partito: «Io non voglio allontanare nessuno, e considero preziosa l'esperienza di chi ha lavorato con me finora. Ma la nostra scommessa è quella di riuscire a coinvolgere forze nuove, energie fresche: se la politica non è capace di rinnovarsi, la gente la sente come qualcosa di estraneo. Le divisioni non fanno bene. Disorientano il nostro elettorato e favoriscono l'astensionismo. Non vogliamo rifare un movimento basato sul potere delle tessere, su una burocrazia pesante e costosa, su un apparato di potere. Vogliamo creare modi nuovi attraverso i quali le persone possano partecipare attivamente alla vita pubblica». Serve una «legittimazione dal basso. Saranno i nostri militanti a scegliere liberamente chi guiderà Forza Italia nelle realtà locali». Parole apprezzate da Fitto per il quale «la discussione prende una piega concreta e costruttiva, peraltro convergente con i ragionamenti che vado proponendo».
Il riferimento al nuovo corso riporta naturalmente alla questione delle primarie e al «derby» interno sulle regole. Martedì, in occasione del nuovo comitato di presidenza, non verrà affrontata la questione. All'ordine del giorno figura un unico punto: l'approvazione del bilancio. Precise esigenze tecniche impongono la chiusura del documento contabile entro il 12 giugno.
Si tratta di un passaggio formale che vedrà prima la convocazione mattutina della direzione del Pdl, poi all'ora di pranzo di quella di Forza Italia. Il dibattito sui temi «caldi» sarà quindi rinviato ad altra data. Si lavora anche per creare un ponte e disinnescare la miccia napoletana di venerdì prossimo quando sono convocate due manifestazioni forziste nello stesso giorno: una organizzata da Fitto per ringraziare i suoi elettori e un'altra con Giovanni Toti.
Il primo appuntamento nel quale si potrebbe dare spazio a strumenti democratici di selezione del candidato sono, invece, le regionali calabresi, previste per inizio novembre. Ncd ha provato a muoversi in anticipo così da dettare l'agenda, proponendo il 29 giugno o il 6 luglio per questo primo test.
Un metodo poco gradito da Forza Italia che nella riunione del coordinamento calabrese, guidato da Jole Santelli, ha ricordato che il partito azzurro ha avuto circa il doppio dei voti di Ncd e che prima procederà a definire un proprio candidato attraverso il voto degli iscritti.Sotto traccia si pensa anche a come chiamare le eventuali primarie. Berlusconi aveva pensato a «scelta popolare», «ma assomiglia troppo al nome di un partito». Michaela Biancofiore suggerisce, invece, «selection day».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.