Berlusconi ad Arcore tace ma lascia che siano i suoi uomini a rispondere a Napolitano. Ovviamente per le rime. Napolitano picchia duro sul Cavaliere che ha osato parlare di «colpo di Stato»? Il Cavaliere ribatte attraverso il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta. Una nota che rispecchia il clima tra Arcore e Quirinale: gelo assoluto.
D'altronde per il leader di Forza Italia il patto che ha dato vita alle larghe intese è stato stracciato dal Pd con il silenzio complice del Colle. «Devo sempre essere io a fare il responsabile?» s'è chiesto il Cavaliere. À la guerre comme à la guerre. Il presidente della Repubblica «non ha mosso un dito per me; non ha mai fiatato di fronte all'accanimento giudiziario di cui sono stato oggetto da anni. E ora devo pure sostenere un governo che sta sbagliando tutto?». Ovvio che la risposta è no.
Personalmente Berlusconi non ha mai amato esternare sul capo dello Stato e anche questa volta evita il megafono. Ma le agenzie di stampa che via via si impilano sul tavolo riportando le dichiarazioni degli azzurri che vanno all'attacco del Quirinale lo fanno annuire più volte: da Fontana a Gelmini, passando per Capezzone, Bergamini e Santanchè. Tutti contro il Colle. Il Cavaliere spera sempre nelle «idi di maggio»: ossia che il governo Letta non duri e che si vada all'election day. Europee più Politiche. Obiettivo non facile ma non impossibile visto che il terremoto Renzi potrebbe far crollare l'esecutivo. In fondo al neo segretario del Pd conviene andare all'incasso subito per giocarsi la partita che gli interessa di più: Palazzo Chigi.
Ecco perché la mossa di Berlusconi è quella di togliere gli alibi per rimandare il voto. C'è un problema sulla legge elettorale giudicata illegittima dalla Corte costituzionale? Benissimo: si torni subito al Mattarellum. È sempre Brunetta a spiegare la strategia che metterebbe all'angolo pure Alfano e il suo Nuovo Centrodestra: «Capisco che l'ipotesi di tornare a quel sistema preoccupi Alfano, visto che l'effetto fu di asfaltare i centristi nel giro di un paio di elezioni. Noi aspettiamo che Renzi ci risponda. Siamo pronti a tornare al Mattarellum. Lui che fa? Si allea con Alfano?». Ovviamente un grattacapo in più per Angelino, ormai considerato dall'ex premier e il suo entourage più stretto un «napolitaniano». Di certo non un complimento.
Il fine resta quello delle urne anche perché sul tavolo del Cavaliere non mancano gli inseparabili sondaggi; che continuano a sorridere al centrodestra. Si parla di una forchetta che va dal 33,6% di Datamedia al 36,3% di Ipr Marketing. Gli ultimi, in termini di tempo, sono di Tecnè e Euromedia Research. Il primo dà il centrodestra al 36,1% mentre il centrosinistra è fermo al 31,5%: 4,6% di vantaggio. Il secondo rileva il centrodestra al 33,4%, il centrosinistra al 31,9% e praticamente la fine del centrino di Monti. Scelta civica è data all'1,9% e l'Udc al 2,6%, Ncd? Rantola al 3,6%. Cifre, per Berlusconi, destinate a lievitare visto che il governo non sta risolvendo i problemi degli italiani; anzi li aggrava. «Bisogna intercettare la sacrosanta protesta della gente», aveva detto nei giorni scorsi il Cavaliere ai suoi.
E dal partito, attraverso il Mattinale, arriva l'input: «Tocca a Forza Italia difendere questa gente che è la nostra gente. Dobbiamo non solo dialogare con i forconi, ma offrire una casa politica ai milioni di persone che sono in crisi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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