Berlusconi sorprende i suoi: nessun veto a Matteo premier

Cena ristretta con i big di Fi. Attesa per le nomine, in porto quelle di Rossi e Matteoli

Berlusconi sorprende i suoi: nessun veto a Matteo premier

«Cosa ne pensate di un eventuale governo Renzi? Come dovremmo comportarci?». È mercoledì sera e Silvio Berlusconi la butta lì, quando la cena a Palazzo Grazioli è appena iniziata. A tavola non sono in molti: Denis Verdini, Giovanni Toti, Raffaele Fitto, i capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani, il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani, Sandro Bondi, Maurizio Gasparri e Gianni Letta. Si dovrebbe discutere dell'organizzazione interna a Forza Italia, una questione su cui il braccio di ferro interno al partito va avanti da mesi. Invece tiene banco la vicenda Grasso, con il Cavaliere che non si capacita della scelta del presidente del Senato di procedere con la costituzione come parte civile di Palazzo Madama nel processo a carico dell'ex premier per la presunta compravendita dei senatori. Un'irritazione più che prevedibile quella di Berlusconi, visto anche il voto del Consiglio di presidenza del Senato che si era invece espresso contro e che Pietro Grasso ha deciso di «ribaltare». Del tutto inaspettata, invece, è la riflessione che il Cavaliere apre sull'ipotesi di un esecutivo guidato da Matteo Renzi. Un po' perché è il termometro del fatto che lo scenario non è più solo di scuola, un po' perché quando Berlusconi testa i suoi in modo così diretto solitamente vuol dire che un'idea di massima già se l'è fatta e che sta cercando di capire come la prenderebbe il partito. Che, come sempre più spesso accade di questi tempi, pare essere piuttosto diviso anche sull'ipotesi Renzi. Se di massima l'idea è che un sostegno diretto sarebbe «deleterio», c'è infatti chi argomenta come la strada di un governo Pd-Forza Italia guidato dal sindaco di Firenze potrebbe avere un suo perché (i più possibilisti sono Brunetta e Tajani). L'ex premier ascolta tutti, un po' affaticato dalla caduta dei giorni scorsi che gli ha procurato qualche livido. Ma nel merito non si esprime.

Certo, l'impressione della maggior parte dei presenti è che non abbia poi molta voglia di impelagarsi in un governo Renzi che gli porterebbe solo problemi. Senza considerare – è la riflessione fatta ieri in privato – che il Cavaliere non è per nulla convinto che il segretario del Pd voglia fare il novello Massimo D'Alema e arrivare a Palazzo Chigi senza un mandato popolare. Comunque, anche fosse così, l'idea è quella di avere un atteggiamento non ostile. «Valuteremo volta per volta – è il senso dei suoi ragionamenti – avendo come bussola il via libera alla riforma della legge elettorale e del Senato». Su questi due punti, infatti, Berlusconi non vuole perdere colpi, convinto anche che un successo sia fondamentale anche ad arginare il grillismo. D'altra parte, l'obiettivo che si pone il leader di Forza Italia è quello di portare a casa un buon risultato alle Europee di fine maggio nelle quali potrebbero restare sotto lo sbarramento del 4% praticamente tutti i partiti all'infuori di Pd, Fi e M5S (compreso il Ncd dato per il momento al 3,5%). Sarebbe un segnale forte ai cosiddetti «piccoli» in vista delle prossime Politiche, soprattutto se si dovessero tenere con la legge elettorale uscita fuori dall'accordo tra Berlusconi e Renzi. Nel frattempo, però, a Palazzo Grazioli si continua a discutere dell'organigramma interno con un lungo faccia a faccia tra Verdini e Berlusconi. Sul tavolo c'è il via libera all'Ufficio di presidenza di Forza Italia composto da circa 35-40 membri tra capigruppo, presidenti di commissioni parlamentari ed ex ministri. Se ne discute a lungo e alle dieci di sera la riunione è ancora in corso senza che si arrivata nessuna ufficializzazione. Una tornata di nomine, però, c'è.

Con la fedelissima Mariarosaria Rossi che diventa il nuovo capo dello staff della Presidenza, mentre Altero Matteoli guiderà una commissione ad hoc sulle alleanze elettorali. Nel faranno parte Fitto, il giovane sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo, Osvaldo Napoli e Saverio Romano.

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