Il faccia a faccia si farà, anche se per il momento la data non è stata ancora fissata. Ad assicurarlo è Silvio Berlusconi che, in un'intervista al Tg4, ha spiegato che Pier Luigi Bersani si è reso disponibile a un incontro per provare a trovare la quadra sul futuro governo. "La posizione del Pdl e la mia posizione ormai la conoscono tuti gli italiani - ha spiegato il Cavaliere - dare subito un governo forte e stabile al Paese per assumere provvedimenti urgentissimi che si impongono per rilanciare l’economia".
Dopo il crescere del pressing interno al Partito democratico e i ripetuti appelli del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Bersani sembra aver finalmente aver deciso di cambiare strategia. Continuare a cercare un accordo con il Movimento 5 Stelle non si stava rivelando dannoso solo per la tenuta del piddì, ma rischiava di far implodere la già precaria situazione economica del Belpaese che, dopo tredici mesi di governo Monti, ha seriamente bisogno di un governo stabile. "Solo attrreverso gli otto punti del nostro programma, diventati otto proposte di legge che depositeremo questa settimana al Senato, si può uscire dalla recessione e creare nuovi posti di lavoro", ha continuato il leader del Pdl ai microfoni del Tg4. Berlusconi ha osservando che "purtroppo" l’atteggiamento attivo del Pdl "contrasta con la passività e l’inedia delle altre forze politiche che hanno già perso 43 giorni e ne vogliono perdere altri, ma il Paese non può assolutamente più aspettare".
Nonostante l'apertura Berlusconi non cede a facili entusiasmi. Non si presenterà all’appuntamento con un’apertura di credito che non si sente affatto di concedere al leader del piddì. Del resto, i toni del Pdl non lasciano spazi a dubbi: governo di larghe intese, con i due partiti alla "pari", o molto meglio tornare alle urne. Che è poi la posizione del Cavaliere, scettico sulla possibilità che Bersani possa aprire a un governissimo, come testimonia la lettera pubblicata oggi su Repubblica. Alcune avvisaglie dell’irrigidimentio del segretario democratico erano arrivarte già ieri, cone le dichiarazioni di due bersaniani di ferro, Roberto Speranza e Matteo Orfini. Da lì l’ordine di scuderia: nessun accordo a scatola chiusa, nessuna delega in bianco al Pd, nessun appoggio sottobanco a un eventuale esecutivo a guida democratica. Poi le "trattative" sono riprese e il Cavaliere ha deciso di dare un segnale chiaro a Bersani: vediamoci, ma non presentarti con proposte inaccettabili.
Berlusconi non si fa molte illusioni, ma la "debolezza" di Bersani lo induce a ritenere che il segretario Pd sarà costretto - se vuole evitare di essere spazzato via da Matteo Renzi - a rivedere le sue posizioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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