Roma - Sale la tensione tra maggioranza e governo, mentre al Senato uno schieramento bipartisan mette a punto un emendamento per modificare in modo sostanziale sia il decreto sull'Imu sia quello sull'Iva.
Ad alzare i toni è soprattutto Renato Brunetta, presidente dei deputati Pdl. «Il governo Letta - dice Brunetta - non è adeguato a rispondere ai problemi del Paese». Poi si scaglia contro i due ministri economici, Enrico Giovannini e Fabrizio Saccomanni. «I provvedimenti sul lavoro sono pannicelli caldi». Ed al Financial Times confida, «i conti pubblici italiani sono come la formula della Coca Cola: un segreto. C'è totale opacità da parte del ministero dell'Economia». Ed a Saccomanni chiede: a che punto è il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione? A Bruxelles, ad Enrico Letta chiedono: visto cosa dice Brunetta? Il premier risponde allargando le braccia.
Ma a Palazzo Madama la situazione non è certo più serena. Un nutrito gruppo di senatori della maggioranza (e non solo) ha messo a punto un emendamento che può «smontare» la politica economica del governo, proprio con il chiavistello dei rimborsi della Pa. La prima firma dell'emendamento è quella di Giulio Tremonti. Seguono quelle di Paolo Romani (Pdl), Roberto Calderoli (Lega), Ugo Sposetti (Pd). E l'argomento è, tanto per cambiare, l'eliminazione per quest'anno dell'aumento Iva e la cancellazione dell'Imu. La proposta di modifica è stata presentata al decreto «Fare», in discussione a Palazzo Madama. Ma contiene misure in grado anche di cancellare fino a fine anno l'aumento dell'aliquota Iva; e, di riflesso, scongiurerebbe il ritocco dell'acconto Irpef, Ires e Irap utilizzato come copertura del rinvio di tre mesi dell'incremento Iva e per garantire la copertura alle misure a sostegno dell'occupazione.
L'emendamento prevede una speciale emissione di mini-titoli pubblici ad hoc per 15 miliardi, così da pagare i debiti della pubblica amministrazione «che, entro il 31 dicembre 2012, hanno formato - si legge nella relazione tecnica - oggetto di cessione, pro-soluto o pro-solvendo, da parte di creditori a favore di banche o intermediari finanziari». Nella sostanza, la norma si rivolge a tutti quegli imprenditori, creditori della pubblica amministrazione, che hanno «girato» alle banche i propri crediti. In più, la parte non utilizzata dalle banche è previsto che sia destinato al pagamento di debiti «certi liquidi ed esigibili», sempre maturati entro il 31 dicembre 2012.
Questi 15 miliardi di rimborsi dei debiti della pubblica amministrazione, destinati ad arrivare direttamente ai creditori, reimmessi nell'economia reale innescano un gettito Iva di 2,7 miliardi di euro (con un'aliquota Iva media pagata del 18%).
Non è finita. L'emendamento in questione prevede anche misure destinate ad accelerare il pagamento dei 20 miliardi di debiti della pubblica amministrazione, previsto dal governo Monti. In tal caso (sempre con la stessa aliquota media) il gettito aggiuntivo Iva sarebbe di 3,6 miliardi.
In questo modo, sarebbero garantite le risorse per eliminare Iva ed Imu per quest'anno.
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