Roma «Questo non è un incidente stradale, è un omicidio», diceva il 30 dicembre il papà di Stella Manzi, la bambina uccisa vicino Roma da un giovane romeno senza patente, ubriaco e drogato. Il suo appello era per il ministro della Giustizia, perchè quell'uomo, denunciato a piede libero, era a rischio di fuga. É stato arrestato il giorno dopo e ieri Anna Maria Cancellieri ha annunciato che ci sarà il nuovo reato di «omicidio stradale» nel pacchetto-giustizia che entro gennaio porterà in Consiglio dei ministri.
Proprio nella notte di Capodanno un altro sanguinoso fatto di cronaca ha denunciato l'urgenza della riforma: un pirata della strada ha investito vicino a Cosenza due donne sbalzate dalla loro auto dopo lo scontro con un'altra vettura. E mentre madre e figlia morivano sull'asfalto, lo sconosciuto fuggiva senza prestare soccorso.
Sono solo le ultime vittime degli «omicidi stradali» che nei primi 11 mesi del 2013 hanno provocato 105 morti, oltre a 1.089 feriti in ben 902 episodi gravi di pirateria.
Sarà solo l'ennesimo annuncio sull'onda dell'emozione di cronaca o davvero siamo ad una svolta? Lo scetticismo è giustificato da anni di discussioni sulla nuova fattispecie di reato anche con la prospettiva del cosiddetto «ergastolo della patente», cioè il divieto assoluto di guidare nei casi più gravi.
A metà novembre il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha fatto sapere che proprio sul reato di omicidio stradale era stato attivato con il ministero dei Trasporti un gruppo di lavoro per verificarne praticabilità ed efficacia. Pochi giorni dopo il sottosegretario ai Trasporti, Erasmo De Angelis assicurava che nella riforma del Codice della strada in corso in parlamento ci saranno più tutele anche per pedoni e ciclisti e sanzioni più dure, con l'introduzione del nuovo reato. Il 31 un suo tweet ribadiva: «Lavoriamo per un forte inasprimento pene per omicidio stradale».
In sostanza, gli uffici del ministero della Giustizia hanno lavorato sulla modifica della norma di omicidio colposo. E la Guardasigilli ieri ha confermnato al Tg5: «L'obiettivo è colpire gli autori di questi reati, che sono gravi, per fare in modo che le vittime abbiano la giustizia che meritano. Spesso infatti le famiglie delle vittime si sentono offese nel loro dolore perchè non hanno i riscontri che meriterebbero».
Cancellieri e Alfano si sono consultati ieri su questo tema, perchè sembra che sul piano giuridico l'intervento non sia molto semplice e si debbano valutare gli effettivi benefici che comporterebbe la creazione del nuovo reato.
Le pressioni per un intervento, però, sono forti e potremmo davvero essere vicini ad una decisione. Lo spera Elisabetta Cipollone, madre del 15enne Andrea che nel 2011 è stato ucciso mentre attraversava sulle strisce pedonali a Peschiera Borromeo (Milano). Da tempo si batte per i diritti delle vittime con un'associazione e nei giorni scorsi ha indirizzato proprio al ministro una lettera aperta. «Sono commossa - dice dopo l'annuncio della Cancellieri -. È positivo che il ministro pensi all'omicidio stradale.
Soddisfazione e scetticismo sono due facce della stessa medaglia. «Non sia però solo un annuncio», prega il deputato Pd Edoardo Patriarca.
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