Il capo banda? Un pentito tradito dal tifo per il Milan

I malviventi: tre italiani e tre albanesi. L'ex collaboratore di giustizia Leone riconosciuto dalle scarpe rossonere

Francesco Leone  uno degli italiani arrestati per il sequestro lampo e ricatto a Giuseppe Spinelli
Francesco Leone uno degli italiani arrestati per il sequestro lampo e ricatto a Giuseppe Spinelli

Milano - È una vecchia conoscenza Francesco Leone, capo della banda che ha sequestrato il ragionier Spinelli e la moglie. Uno «specializzato», se non addirittura l'inventore, del rapimento lampo da cui ricavare soldi, ma anche informazioni per raggiungere bottini consistenti. Come i 4 miliardi delle paghe dell'aeroporto militare di Roma, che cercò di rapinare una dozzina di anni fa.
Nato a Bari 51 anni fa, ma ora residente a Paliano (Frosinone), Leone ha un lungo curriculum criminale: rapine, armi, droga, tentato omicidio. È tra protagonisti di una rapina a fine anni '80 alla Caripuglia, nel capoluogo pugliese, che frutta un bottino di 1 miliardo e 200 milioni. Arrestato finisce in un carcere di massima sicurezza da cui fugge ma ripreso subito dopo. Nel 1996 diventa collaboratore di giustizia, testimone chiave nel processo contro 140 affiliati alla Sacra Corona Autonoma. Racconta di essere entrato nell'organizzazione a 13 anni passando da «picciotteria, camorrista, sgarrista e infine santista». Il «pentimento» lo fa tornare il libertà e riprendere a programmare i suoi sequestri lampo. Un reato semplice: basta catturare una vittima facoltosa, minacciarla di ritorsioni verso la famiglia e quindi la costringerla a raggranellare quanto più denaro possibile in poche ore. Riesce così a strappare a un paio di direttori di banca una volta 300, un'altra 240 milioni. Poi il colpo da 4 miliardi per il quale, travestito da poliziotto, rapisce un ufficiale dell'aeronautica di Ciampino incaricato di pagare gli stipendi. Il piano va in fumo e lui torna in galera. Uscito, ritorna a macinare progetti tra i quali il sequestro Spinelli a cui si presenta con vistose scarpe rossonere immediatamente notate dalla vittima. Lui è infatti un acceso milanista e domenica 11 novembre, verrà pedinato dalla polizia fino a San Siro, e fotografato durante Milan-Fiorentina.
La permanenza nella capitale gli consente di conoscere Pierluigi Tranquilli, 34 anni, di Olevano Romano (Roma). Incensurato, ideale dunque come copertura, lavora nel magazzino di bibite e liquori del padre, sogna la bella vita e i soldi facili. L'appoggio in Lombardia viene invece assicurato da Alessio Maier, 46 anni, residente a Malnate (Varese), truffatore matricolato. Già finito in galera per un giro di auto rubate, ci torna nel 2005 insieme a Maura Lari, moglie di Franco Baresi, per una vicenda dei quadri di Fontana sottratti a un gallerista. A Maier spetta il compito di pedinare Spinelli, chiamarlo al telefono per verificare le ore in cui è a casa, studiarne le abitudini.
Per la manovalanza spicciola vengono arruolati i fratelli Laurence e Ilirjan Tanko, 39 e 33 anni, e il cugino Marjus Anuta, 27 anni, nati a Tirana, con alle spalle una lunga sfilza di precedenti per ricettazione, furto e rapina. Laurenc era ricercato perché dopo l'ultima condanna era stato messo ai domiciliari, da dove era fuggito.

Anuta invece era già stato condannato nel 2009 a Grosseto a un anno e quattro mesi, pena sospesa, dopo il furto in un bar-tabacchi. I due fratelli ufficialmente sono domiciliati nel Veneto, a Castelfranco il primo, ad Asolo il secondo, in realtà vivono a Rovato nel bresciano presso le sorelle Mirena e Kristina. Dove viene anche trovato anche Anuta.

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