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Caro Santoro, ecco le 11 domande per Fini

Stasera su La7 il presidente della Camera può dare le risposte da sempre evitate sulla casa di Montecarlo. Ecco le undici domande che consigliamo di fare a Santoro

Caro Santoro, ecco le 11 domande per Fini

Caro Michele Santoro, scusaci ancora, ma la notizia è arrivata solo adesso e ci tocca suggerirti un'altra domanda da fare al tuo ospite Fini questa sera. Secondo l'Espresso, nel pc del re delle slot Francesco Corallo, per il quale lavora James Walfenzao, il broker che ha curato la compravendita della casa di Montecarlo, ci sarebbero le prove dei rapporti d'affari tra lo stesso Corallo e i fratelli Tulliani, sia Giancarlo che Elisabetta, la compagna del presidente della Camera. Può chiedere a Fini se era a conoscenza di queste relazioni economiche?

Caro Michele Santoro, scusaci il tu. Ma sei l'unica speranza rimasta per avere una risposta da Gianfranco Fini alle domande che Il Giornale, e recentemente anche Il Fatto Quotidiano, hanno posto invano al presidente della Camera. Ci affidiamo a te, che non guardi in faccia a nessuno, per fissare negli occhi il tuo ospite di stasera a Servizio Pubblico e chiedergli finalmente una versione precisa e completa sulla casa di Montecarlo. La nostra è una semplice richiesta, il conduttore sei tu. Tuo il gioco, tue le regole, tua la decisione di come utilizzare il tempo con Fini, che sulla vicenda che vede coinvolti i suoi affetti è stato fino a oggi a dir poco omertoso e contraddittorio. In passato hai dato ampio spazio alla vicenda di Montecarlo approfittando di Italo Bocchino e Valter Lavitola, ma adesso che l'Espresso inchioda definitivamente i Tulliani ai loro rapporti off-shore, forse è il caso di chiedere all'uomo che aveva promesso le dimissioni, di spiegare in contraddittorio perché non lo ha ancora fatto. Per questo ci permettiamo di suggerirti qualche domanda da porgergli stasera durante la tua trasmissione.

1) Come tutti anche lei ha letto le ulti­me novità pubblicate dal settima­nale L’Espresso. Le sembra normale che il passaporto della sua compagna Elisabet­ta Tulliani sia stato spedito via fax ( nel pe­riodo antecedente la vendita della casa di An) dall’imprenditore latitante France­sco Corallo al broker James Walfenzao, l’uomo che subito dopo perfezionò l’ac­quisto dell’immobile di Boulevard Prin­cesse Charlotte con una società off-shore dei Caraibi?

2) Non le appare sospetto che via fax, sempre da Corallo e sempre verso Walfenzao, vi è la prova anche che suo co­gnato Giancarlo, poco prima della famo­sa compravendita con Walfenzao, ha co­stituito una società off-shore nell’isola di Saint Lucia aprendo anche un conto cor­rente in quel paradiso fiscale?

3) Nel 2008, lo ha detto lei nei suoi pri­mi «chiarimenti», suo cognato indi­viduò la casa ereditata da Alleanza nazio­nale nel Principato di Monaco. Poi, chis­sà come, individuò anche un acquirente dall’altra parte del mondo, nello stato di Saint Lucia, interessato ad acquistarla at­traverso società anonime costituite ad hoc.Quindi,chissà come,allafine c’è an­dato a vivere proprio lui domiciliando le sue bollette all’indirizzo monegasco di Walfenzao. Suo cognato come ha potuto organizzare la trattativa dentro il partito senza il suo interessamento?

4) Ora che c’è la prova dei rapporti tra i suoi familiari e Walfenzao (emer­si grazie al sequestro della guardia di fi­nanza a casa Corallo su mandato della procura di Milano che indaga su Ponzelli­ni e lo stesso Corallo) come spiega la gene­si di questa relazione? In altre parole chi ha presentato Elisabetta e Giancarlo a Co­rallo, imprenditore del gioco come a lei noto assai vicino a persone a lei molto vici­ne?

5) Le chiediamo ciò perché lei stesso, nel 2004, è stato in vacanza poco di­stante da Santa Lucia, nell’isola di Saint Marteen, «regno» di Francesco Corallo nel cui ristorante lei è stato immortalato a pranzo con altri notabili dell’ex An. Pro­prio per fugare definitivamente ogni dub­bio può escludere che il «gancio» tra i Tul­liani e Corallo siate stati Lei o il suo brac­cio destro, l’onorevole di Fli Checchino Proietti, beneficiario anni dopo di finan­ziamenti proprio da Corallo?

6) Le sue ondivaghe dichiarazioni, converrà, non hanno certo dira­mato le ombre su di lei e sulla carica isti­tuzionale che ricopre. In due anni di po­lemiche per l’ affaire immobiliare, inve­ce di spiegare, ha preferito lamentarsi di un’asserita campagna di delegittimazio­ne che le si è scatenata contro. Perché in­vece non ha mai sentito l’esigenza di ri­spondere con chiarezza agli italiani su ogni punto della delicata questione sol­levata dal Giornale e recentemente rilan­ciata da Fatto Quotidiano e L’Espresso? Nasconde qualcosa? Protegge qualcu­no?

7) Lei continua a ripetere, come un mantra, che la procura di Roma ha sancito che non vi sono profili penali in questa vicenda. E dietro a questa afferma­zione si nasconde poco coraggiosamente.
Ora, senza entrare nel merito dell’inchie­sta a dir poco discutibile che l’ha vista usci­re di scena senza mai essere stato interro­gato e dopo essersi ritrovato indagato per un solo giorno (quello della richiesta d’ar­chiviazione) nella vicenda in sé ci sono pro­fili morali e politici giganteschi che lei snobba. A cominciare dall’aver lasciato che un suo parente stretto gestisse nel pro­prio interesse affari con beni di proprietà del partito ereditati con un vincolo d’utiliz­zo a finalità politiche, e non certo facendo­ci guadagnare le casse di An. Fosse anche solo questa la contestazione, non crede di dovere delle spiegazioni a chi per tanti an­ni ha militato sotto la sua leadership?

8) C’è un fatto specifico su cui lei non si è mai espresso, facendo sbilan­ciare incautamente pro domo sua alcuni adepti di Fli: la famosa cucina Scavolini. Le sembrerà una cosa da poco, ma non lo è: un deputato del suo partito (presumia­mo da lei imbeccato, altrimenti come avrebbe potuto saperlo?) disse che la sto­ria della cucina comprata a Roma e porta­ta a Montecarlo, raccontata dal Giorna­le, era una panzana e che sì, venne com­prata una cucina, ma si trovava a centina­ia di chilometri dal Principato. Le foto e la planimetria della casa «occupata» da Tulliani dimostrarono il contrario. Di fronte all’evidenza ammette finalmente di aver accompagnato Elisabetta al mobi­lificio sull’Aurelia per scegliere la Scavo­lini, come riferito da un impiegato del ne­gozio?

9) La sua compagna Elisabetta Tullia­ni risulta aver avuto un ruolo molto attivo almeno nelle prime fasi della ri­strutturazione dell’appartamento. Ne parlano espressamente l’ambasciatore italiano a Monaco Mistretta e ancor più un famoso costruttore monegasco, Lucia­no Garzelli, che aveva cominciato a occu­parsi dei lavori nella casa proprio su insi­stenza del diplomatico. Lei però ha detto di aver saputo che Giancarlo viveva in quella casa «qualche tempo dopo la ven­dita » proprio da Elisabetta. Ma i lavori so­no ovviamente precedenti al trasloco di suo cognato. E dunque, ha mentito lei agli italiani o la sua compagna a lei?

10) Poche settimane fa, sempre su que­sta rete, Lei è stato ospite di Lilli Gruber in contemporanea al ritrovamen­to di una lettera di Valter Lavitola a Berlu­sconi, relativa al documento di Saint Lu­cia che identificava in Tulliani il proprie­tario delle off-shore e quindi della casa di Montecarlo. In uno slancio di entusia­smo lei ha esteso i dubbi sulla genuinità dell’acquisizione di quel singolo docu­mento del governo di Saint Lucia all’inte­ra inchiesta giornalistica.

Nella foga ha anche sostenuto di aver avuto informazio­ni­dai servizi segreti sull’ affaire Montecar­lo. Posto che Lei per legge, ovviamente, non poteva averli, può dirci con quale agente segreto è entrato in confidenza?

 

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