Tutti gli uomini (e le donne) di Montezemolo

La squadra di Italia Futura scalda i motori. Intanto mister Ferrari indeciso anche sui sondaggi: "Prendo il 20%... o il 5%"

Tutti gli uomini (e le donne) di Montezemolo

Roma - Il fatto che Italia Futura sia sempre di più ad un bunker inaccessibile alla stampa, dimostra che ci siamo. Quasi. Sai che novità. Sono mesi che si assiste al balletto: Luca Cordero di Montezemolo (nel tondo) scende in campo o no? L'ultima è che sì, lo farà. Ma l'annuncio arriverà a novembre, non prima. Già sentita pure questa. L'ultimo retroscena lo racconta l'Espresso, secondo cui «prima dell'estate aveva deciso che no, non sarebbe entrato in politica».

Aveva avvisato l'ambasciatore Usa a Roma e «i suoi, il gruppo di Italia Futura, lasciandoli affranti». In effetti in quel periodo fu scoramento: «E adesso? Che si fa?». Mr Ferrari aveva creato, tra mille aspettative, un apparato difficilmente smantellabile: poco meno di 60mila iscritti e associazioni in tutt'Italia. Un think tank che per forza di cose da bozzolo si doveva trasformare in farfalla; pena provocare l'aborto dell'eterno movimento politico last minute. Invece no, il treno era già partito e non si sarebbe potuto fermare più. Ma chi sono i Montezemolo boys, pronti a guidare il movimento con o senza la locomotiva-Luca?

Uno è uno dei suoi attuali bracci destri, Carlo Calenda: fidatissimo uomo di Montezemolo, già stretto collaboratore di Luca in Ferrari e ora direttore generale dell'Interporto campano, colosso della logistica meridionale. Qui ha sede anche il centro di manutenzione di Ntv, la società di treni ad alta velocità che Montezemolo ha fondato con Diego Della Valle e Gianni Punzo. Calenda è lo stratega del gruppo. Poi c'è Andrea Romano, 44 anni, ex dalemiano, scrittore, giornalista, storico. A lui le redini della struttura del movimento e l'elaborazione dei messaggi prettamente politici. È il politologo della squadra. Altro cervello italofuturista, specie sui temi del lavoro, è il senatore Nicola Rossi, ex Pd passato al misto perché non si «riconosceva più nel suo partito». Rossi, ascoltatissimo da Montezemolo, è presidente dell'Istituto Bruno Leoni, think tank liberista con sede a Torino e Milano.
Poi c'è Irene Tinagli, volto televisivo del movimento: giovane, carina, antiche simpatie veltroniane. Insegna all'università Carlos III di Madrid ed è specializzata in sviluppo economico, innovazione e creatività. Altro uomo forte di Italia Futura è Alberto Stancanelli, esperto di pubblica amministrazione, ex collaboratore di Franco Bassanini, ex capo di gabinetto del ministro Luigi Nicolais, ex consulente di Bertolaso all'epoca dell'emergenza rifiuti. E poi Federico Vecchioni, coordinatore nazionale del think tank, ex presidente di Confagricoltura e regista delle «iniziative sul territorio». Montezemolo la macchina ce l'ha.

Deve solo girare la chiave e partire. Obiettivo? Lui stesso avrebbe detto (e poi negato in serata): «O prendo il 20 per cento o vado sotto il 5. O sfondo tra gli elettori oppure rischio di restare fuori dal Parlamento». Indeciso fino all'ultimo.

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