La Cassazione arresta Sallusti. Napolitano vuole vederci chiaro

La Suprema Corte conferma la condanna a 14 mesi di reclusione pronunciata dalla Corte di Appello. La difesa: "Persecuzione politica, anche il Pg voleva una riduzione della pena"

La Cassazione arresta Sallusti. Napolitano vuole vederci chiaro

Roma - In galera, per diffamazione. La Corte di Cassazione non annulla la condanna a 14 mesi per Alessandro Sallusti, la conferma senza sconti. E ora?
Può salvarlo la grazia. Lui dice che non la chiederà ma, mentre governo e parlamento finalmente si mobilitano per cambiare la legge, Giorgio Napolitano, che è anche presidente del Csm, fa sapere che «esaminerà con attenzione la sentenza».

Intanto, Sallusti si dimette da direttore del Giornale e l'inimmaginabile diventa realtà: nell'Italia democratica del Terzo millennio un giornalista viene destinato alla prigione per un articolo che neppure ha scritto (era firmato con uno pseudonimo), ma di cui è responsabile oggettivamente.
In quel pezzo sull'aborto di una tredicenne, che Libero ha pubblicato nel 2007 con la firma Dreyfus, per la V sezione penale della Suprema corte è stato scritto «il falso», diffamando il giudice torinese Giuseppe Cocilovo. E questo basta per far andare dietro le sbarre l'allora direttore responsabile del quotidiano, visto che l'autore non è «identificabile». In attesa della motivazione, sente il dovere di spiegarlo una nota dell'ufficio stampa della Cassazione, sottolineando che la ragazzina non era stata «costretta» ad interrompere la gravidanza, come scritto e che è la legge a prevedere la reclusione in carcere, da uno a 5 anni, più la multa, per diffamazione aggravata e omesso controllo.
Per ora l'esecuzione della pena detentiva per il direttore de Il Giornale viene automaticamente sospesa per 30 giorni, come spiega il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati. Il codice lo prevede per chi non ha cumuli di pena né recidive, per dare il tempo di chiedere al Tribunale di Sorveglianza una misura alternativa: affidamento in prova ai servizi sociali, detenzione domiciliare o semilibertà. Sallusti, però, ha già annunciato che non vuol fare la richiesta perché non ritiene di dover essere «rieducato». Comunque, i tempi sarebbero lunghi, visto che per i non detenuti le prime date utili sarebbero tra luglio e settembre.

E dire che la giornata al Palazzaccio di Roma è iniziata con un segnale positivo. Dopo che il nuovo legale di Sallusti Salvatore Lo Giudice ritira la richiesta di rinvio dell'udienza, il sostituto procuratore generale Gioacchino Izzo chiede, infatti, l'annullamento con rinvio della sentenza della Corte d'appello di Milano, che a giugno 2011 ha aggravato la condanna in primo grado del 2009 a 5mila euro più 30mila di risarcimento. Izzo sollecita uno sconto di pena, perché «manca la motivazione sulla intensità del dolo». Pur considerando «colpevole» Sallusti, il magistrato ritiene necessario rivalutare in un nuovo processo d'appello «la mancata concessione delle circostanze attenuanti». È il momento della speranza, perché se fossero concesse ci sarebbe automaticamente una riduzione della condanna.
Ma le cose non vanno così. Nell'udienza pubblica, l' avvocato di Cocilovo, Monica Senor, dice che il giudice è stato «preso di mira da Libero per le sue posizioni», è stata lesa la sua «reputazione» e con toni «particolarmente violenti».

Dal fronte opposto, il legale di Sallusti nega che sia il magistrato l'oggetto della critica («Nel mirino non c'era Cocilovo ma l'intero “sistema” che consente l'aborto»), parla di «persecuzione politica», smonta la motivazione della sentenza, conclude: «Ogni caso di detenzione di un professionista dei media è un ostacolo inaccettabile alla libertà di espressione e comporta che, nonostante il fatto che il loro lavoro sia di interesse pubblico, i giornalisti hanno una spada di Damocle che incombe su di loro. L'intera società subisce conseguenze quando i giornalisti vengono imbavagliati da una pressione di questo tipo».
Il collegio dei Supremi giudici, guidato da Aldo Grassi, non si fa convincere né dal Pg, né dalla difesa.

Nel chiuso della Camera di consiglio, conferma la condanna in tutta la sua durezza, senza nessun passo indietro. Due ore e mezzo, poi la notizia che ha respinto completamente il ricorso presentato dalla difesa di Sallusti.

Vengono negate anche le attenuanti generiche, come richiesto dal Pg Izzo. Oltre all'anno e 2 mesi di galera, c'è la condanna alle spese processuali e a risarcire la parte civile. Ci sarà, invece, un nuovo processo per il giornalista Andrea Monticone imputato con Sallusti.

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