Il Cav e il caso Mediaset: condanna o assoluzione?

In Cassazione non è arrivata alcuna richiesta di rinvio. Ecco come potrebbe muoversi la difesa ed ecco quali potrebbero essere i prossimi step del processo

Il Cav e il caso Mediaset: condanna o assoluzione?

Con tutta probabilità, non arriverà domani il verdetto della Cassazione sul processo Mediaset. Anche se nessuno dei difensori dovesse chiedere un rinvio dell’udienza o se una tale istanza non fosse accolta dai giudici, è molto difficile che la sentenza per Silvio Berlusconi e i suoi coimputati venga emessa nella serata di domani. Le previsioni parlano di mercoledì, ma non si esclude che la camera di consiglio possa terminare addirittura giovedì prossimo. Ad oggi nessuna delle parti, né il Cavaliere né i coimputati, ha avanzato una formale richiesta alla cancelleria della sezione feriale penale per ottenere uno slittamento di qualche settimana. Il rinvio, in ogni caso, potrebbe essere richiesto ancora domani mattina, in apertura d’udienza nell’aula della prima sezione penale che quest’anno svolge anche le funzioni di sezione feriale.

Da alcune settimane gli occhi degli italiani e dell'opinione pubblica internazionale sono puntati sulla Cassazione. Domani potrebbe arrivare a termine uno degli interminabili processi con cui la magistratura ha, a più riprese, attaccato politicamente e mediaticamente il Cavaliere. Il rinvio dell'udienza di domani potrebbe essere richiesto anche da un solo difensore per avere più tempo per preparare il processo che è stato fissato in tempi record per evitare la "scure" della prescrizione. Prescrizione che i giudici di Palazzaccio hanno fissato al primo di agosto per il primo degli episodi di reato contestato a Berlusconi. Di fronte a un’istanza di questo tipo, i giudici della feriale, presieduta da Antonio Esposito, sentito il parere del sostituto procuratore Antonio Mura, dovrebbero decidere in camera di consiglio se accordare o meno il rinvio ed eventualmente comunicare alle parti la nuova data dell'udienza. Nessun problema, in tal caso, si presenterebbe per la prescrizione i cui termini rimarrebbero "congelati" fino alla nuova udienza. Un rinvio, comunque, non sposterebbe di molto la questione: il processo si svolgerebbe sempre di fronte alla feriale e davanti allo stesso collegio giudicante, entro la prima decade di settembre. Il passaggio del fascicolo a una delle sezioni ordinarie (in particolare alla terza penale che è competente sui reati fiscali) e lo slittamento più ampio dei tempi sarebbe stato possibile solo con la rinuncia ai termini di prescrizione, sostenuta dal professor Franco Coppi, ma ritenuta non possibile sulla base della linea interpretativa secondo cui tale rinuncia può avvenire solo se il reato è già prescritto. Importante, per un’eventuale fissazione di una nuova udienza, sarà soprattutto il ricalcolo dei termini di prescrizione effettuato dal giudice relatore Amedeo Franco. La data indicata dalla difesa di Berlusconi (26 settembre) non è condivisa a Palazzaccio dove sembra più congruo sembra il calcolo eseguito dai magistrati milanesi per i quali il reato sarebbe prescritto il 13 settembre. Anche se una di queste ipotesi venisse ritenuta fondata dagli ermellini, gli atti del procedimento rimarrebbero comunque nelle mani dei giudici della feriale che risultano competenti su tutti i processi che cadono in prescrizione entro i 45 giorni successivi al periodo feriale. Periodo che si conclude, appunto, il 15 settembre.

"Fino al 15 ottobre non potrà essere eseguita nessuna eventuale pena", spiegano dall’ufficio di esecuzione del Tribunale di Milano. Qualora l’ex premier dovesse essere condannato, la Suprema Corte notificherà a Berlusconi l’ordine di esecuzione della pena con contestuale sospensione dal momento che il provvedimento concede al condannato trenta giorni di tempo per presentare la richiesta di una pena alternativa. Questi trenta giorni però decorreranno materialmente dal 16 settembre perché prima a Milano è in vigore la sospensione dei termini feriali. Quindi, fino al 15 ottobre il Cavaliere avrebbe tempo di chiedere eventuali misure alternative e fino ad allora nessuna eventuale condanna potrebbe essere eseguita. Se Berlusconi dovesse presentare a questo punto una domanda di pena alternativa al carcere, la procura di Milano la trasmetterebbe, senza dare alcun parere, al Tribunale di Sorveglianza. In questo caso, competente per la lettera "b" sarebbe il giudice Beatrice Crosti. A questo punto l’ex premier entrerebbe nella categoria dei "liberi sospesi" per i quali i tempi medi di attesa sono di almeno sei mesi. Le possibilità che la richiesta di pena alternativa venga bocciata dalla Sorveglianza sono pressoché nulle.

Se invece Berlusconi non dovesse presentare richiesta di pena alternativa, la procura meneghina potrebbe teoricamente emettere un ordine di carcerazione. Ipotesi tuttavia remota dal momento che, con ogni probabilità, la procura disporrebbe i domiciliari d’ufficio in base alla legge "svuotacarceri".

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