Il Cav: "L'Italia è sull'orlo del baratro, i miei mi chiedono di tornare"

A Palazzo Grazioli vertice tra Berlusconi e lo stato maggiore del Pdl. Sul tavolo il futuro del centrodestra. L'ex premier è pronto alla nuova discesa in campo: "Entro pochi giorni la decisione". E spiega: "Il Paese è sul baratro, la situazione è peggiore di un anno fa"

Il Cav: "L'Italia è sull'orlo del baratro, i miei mi chiedono di tornare"

"Sono assediato dalle richieste dei miei perché annunci al più presto la mia ridiscesa in campo". Nei prossimi giorni Silvio Berlusconi farà sapere se si candiderà alle politiche dell'anno prossimo. Le pressioni sono sempre più forti, sia da parte del partito sia da parte dell'elettorato. E, oggi pomeriggio, il Cavaliere ha riunito lo stato maggiore del Pdl proprio per tracciare le prossime mosse che porteranno alle "impegnative scadenze elettorali" dell'anno prossimo. "Oggi la situazione è ben più grave di un anno fa quando lasciai il governo - ha spiegato l'ex premier - non lo posso consentire".

"Il progetto di rilancio - fanno sapere da via dell'Umiltà - mira a rafforzare un centrodestra moderno e competitivo, alternativo alla sinistra, per tornare alla guida del Paese". Oggi il Cavaliere non è rientrato a Roma soltanto per seguire da vicino la trattativa sulla legge elettorale. Ma anche per sondare gli umori della "truppa" pidiellina all'indomani della cena "carbonara" dei colonnelli del Pdl pronti a smarcarsi. Da qui la decisione di convocare lo stato maggiore del Pdl. Mostrando freddezza sull’ipotesi di tornare a Forza Italia, Berlusconi sta seriamente valutando l’ipotesi di tornare in sella al Pdl senza spacchettarlo: "Sono assediato dalle richieste dei miei perché annunci al più presto la mia ridiscesa in campo". L’ex premier non ha ancora sciolto del tutto le riserve, ma ha detto chiaramente che non se la sente di lasciare che il Paese "precipiti in una spirale recessiva senza fine". Contestando alcune indiscrezioni riportate dai media che avrebbero registrato un suo passo indietro davanti alle isistenze interne del Pdl, Berlusconi ha spiegato che la situazione è esattamente al contrario e, dopo aver tracciato un quadro a tinte fosche della situazione economica del Belpaese, ha fatto intendere che "queste dolorose constatazioni" faranno prendere al partito una decisione già nei prossimi giorni: "Non è possibile andare avanti così".

A questo punto, Berlusconi è convinto che per giocarsi la sua partita ad armi pari con Pier Luigi Bersani, forte della vittoria al ballottaggio con Matteo Renzi, deve puntare a una nuova coalizione di centrodestra mobilitando le forze moderate contro il rinnovato asse tra i democratici e Nichi Vendola. Berlusconi non avrebbe rinunciato all’idea di creare un contenitore entro il quale federare tutte le anime alternative alla sinistra. Per questo resta sempre quotata l’ipotesi di correre alle elezioni con una sorta di confederazione di partiti, che rappresenti le varie aree politiche, scongiurando rotture traumatiche. In sostanza, il Cavaliere avrebbe in mente una coalizione formata dal Pdl (con dentro anche gli ex An), dai leghisti, dalla componente centrista e dall’area riformista di Stefania Craxi. Con questo schema si pronosticherebbe un 30% alle urne e l’ex premier vincerebbe in Lombardia, in Sicilia e in Veneto conquistando la maggioranza a Palazzo Madama.

Con il ritorno in campo di Berlusconi il centrodestra si sentirebbe, infatti, "garantito" contro un avversario considerato "vecchio" come Bersani. In una nota ufficiale, divulgata al termine dell'incontro di oggi, i vertici di via dell'Umiltà fanno sapere che è stata avviata "una discussione proficua" su come rilanciare unitariamente il partito in prossimità delle "impegnative scadenze elettorali".

Unità e rilancio sono gli obiettivi portati dal segretario Angelino Alfano che, insieme al Cavaliere, punta a creare "una forza politica in grado di confrontarsi al suo interno ed essere lineare e incisiva in tutte le sue azioni all’esterno".

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