A dire che Silvio Berlusconi «non va sottovalutato» perché «ha sette vite come i gatti» non è un prevedibile Sandro Bondi ma il futuro segretario del Pd Matteo Renzi. È lui a mettere in guardia i democratici da un Cavaliere che, seppure decaduto e non più parlamentare, può ancora giocare delle carte importanti: nella campagna elettorale che verrà (di certo quella per le Europee di maggio) ma pure muovendosi dall'opposizione di un governo che al netto della propaganda dell'una e dell'altra parte è destinato a faticare non poco, soprattutto sul fronte fiscale.
Di qui i timori (dichiarati) di Renzi. E quelli (silenziati) di Enrico Letta e pure di Angelino Alfano. Perché per quanto la politica possa essere fatta di artifici barocchi, lo schema delle prossime settimane è semplice. E prevede un Berlusconi a cavalcare l'opposizione insieme a Beppe Grillo, con il futuro segretario del Pd (le primarie sono in calendario l'8 dicembre) che rischia di restare all'angolo, prigioniero del governo e del suo partito. Non è un caso che proprio in Renzi il Cavaliere riponga qualche speranza, consapevole che se il sindaco di Firenze adesso resta alla finestra non fa altro che decretare la sua fine politica.
Per ora, però, da quel di Arcore l'ex premier sembra avere un approccio piuttosto ecumenico, teso a tenere tutto insieme ed evitare polemiche. Su tutti i fronti, dalla politica al Milan. Magari anche per evitare di accendere la miccia che potrebbe portare a un provvedimento restrittivo nei suoi confronti ora che non ha più lo scudo parlamentare. E forse è anche per questo che la querelle con Adriano Galliani si conclude con una soluzione di compromesso: sia lui che Barbara Berlusconi saranno ad del Milan. Un modo per silenziare lo scontro e tacitare le critiche. Che poi è un po' la misura dell'approccio del Cavaliere di questi giorni, visto che pure in politica Berlusconi sta evitando di andare allo show down.
In particolare con il Nuovo centrodestra, con più di un fastidio tra i big di Forza Italia. Ai vertici di piazza in Lucina, infatti, sono in molti a lamentare che l'ex premier stia traccheggiando. Nessun affondo sul governo, niente bordate su Giorgio Napolitano e, soprattutto, nessuna presa di distanza da Angelino Alfano e i suoi. Questo, in particolare, il mood che in molti non sembrano comprendere. Perché ragiona un ex ministro oggi ai vertici della nuova Forza Italia se al convegno del Ncd si applaude Dino Boffo solo a sfregio di Berlusconi un problema c'è. E ancora: il caso che a torto o a ragione - portò alle dimissioni del direttore di Avvenire risale al 2009 e solo adesso, quasi cinque anni dopo, c'è chi ha capito come davvero stanno le cose?
Il Berlusconi «mediatore» di questi giorni, insomma, non accende gli entusiasmi di Forza Italia. Anzi, sono in moltissimi seppure rigorosamente off the record a puntare il dito contro l'eccessiva prudenza dell'ex premier. Il Cavaliere lo sa bene, ma temporeggia. Convinto che sia necessario altro tempo per chiudere le partite in corso, a partire da quella sul destino del governo.
«Abbiamo deciso di passare all'opposizione, sul resto ragioniamo con calma», è il senso dei ragionamenti di un Berlusconi che per il momento preferisce mediare. Anche se in Forza Italia spingono sull'acceleratore: o facciamo opposizione e rompiamo con Alfano e compagnia oppure meglio lasciare perdere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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