I sondaggi raccontano di un Pdl in salute, saldamente in testa nelle intenzioni di voto degli italiani. Silvio Berlusconi, però, nonostante qualche «stop and go» legato alle tante spine di queste settimane, è deciso a rilanciare e a realizzare il sogno politico che coltiva da mesi: il ritorno a Forza Italia.
La scadenza temporale è imminente. «Da settembre si parte». La conferma arriva direttamente dalla sua pagina ufficiale su Facebook: «Con Forza Italia, come ci riuscì 20 anni fa, vorremmo rivolgerci ai giovani e ai protagonisti del mondo del lavoro per chiedere di interessarsi al nostro comune destino». «Non è giusto che solo alcuni si interessino del nostro Paese e gli altri guardino da lontano criticando chi invece si impegna - continua - spero che con il lancio di Forza Italia nel mese di settembre, possano aggiungersi a noi tanti italiani con il loro entusiasmo e la loro passione». Una intenzione che Berlusconi aveva già anticipato lunedì sera, intervenendo telefonicamente a un evento organizzato dall'Esercito di Silvio. Una telefonata in stile «improvvisata», nata su iniziativa di Giancarlo Galan, presente in sala. L'ex governatore del Veneto vedendo tante persone entusiaste presenti, ha preso il telefono e ha chiesto al presidente del Pdl di intervenire. Richiesta subito accettata. «Abbiamo deciso di tornare a Forza Italia per un motivo che riguardava il nome Popolo della Libertà, fatto di due belle parole, ma in realtà mai usate». «Non è giusto che solo alcuni si interessino del nostro Paese e gli altri guardino da lontano criticando chi invece si impegna - ha poi continuato Berlusconi - Spero che con il lancio di Forza Italia nel mese di settembre possano aggiungersi a noi tanti italiani con il loro entusiasmo e la loro passione».
Il fermento nel partito per il «grande ritorno» al '94 è palpabile, in positivo e in negativo, visto che non mancano quelli che coltivano dubbi e si sentono estranei all'avventura. Di certo tra quelli entusiasti e in piena attività ci sono Daniela Santanchè e Denis Verdini che anche ieri hanno incontrato Berlusconi per illustrargli gli ultimi sviluppi organizzativi. Così come costanti contatti Berlusconi li intrattiene con Antonio Martino mentre Galan e Marco Taradash starebbero anche pensando a una convention dei «liberali-fondatori», ovvero dei forzisti della prima ora. «Il partito dei delusi ha vinto le ultime elezioni. Per quanto ci riguarda abbiamo perso voti per la percezione della mancata rivoluzione liberale e per quella che è stata percepita come la certificazione della fine di quel sogno» ha spiegato Berlusconi ai suoi interlocutori.
Il presidente del Pdl è ad Arcore dove continua a ragionare sulla strategia politico-processuale in vista del 30. Chi ha avuto occasione di parlare con lui continua a descriverlo sereno. Le raccomandazioni sul tipo di comunicazione da adottare in questi giorni sono improntate al basso profilo. «Non attaccate i giudici ma comunicate sul merito e sottolineate le tante anomalie del processo» la sua raccomandazione. Berlusconi sta anche invitando il partito a darsi da fare per raccogliere le firme per i referendum radicali. Per la Lombardia l'obiettivo è quello di toccare quota 100mila firme. «Andiamo avanti, i referendum sono l'unica ancora per la riforma della giustizia. A me gli alleati non hanno mai consentito di farla pur di colpirmi e indebolirmi» il suo rammarico. Nel frattempo sullo scontro interno sui temi etici Berlusconi si tiene fuori ma la sua posizione resta quella della libertà di coscienza.
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