il commento 2 Una questione di peso, di moda e di business

di Vivere da ammalati per morire da sani. Chiamansi diete, si procede per esclusione, si sale sulla bilancia come per essere giustiziati, il momento dell'esecuzione è delicato, la lancetta oscilla, può seguire un sospiro di sollievo oppure gli occhi si volgono al soffitto che è da bonificare come il nostro adipe. La dieta è un'ossessione e, insieme, una moda, ogni anno ne spunta una, come le tasse del governo, si va dal minestrone alle uova sode, dalla zona alla tisanoreica, dalle fave di fuca alla banale abolizione di pane, dolci e alcolici, coinvolge aziende come la Weight Watcher e l'Herbalife e medici come Dukan, caso politico scientifico. Chi non ha conosciuto la barretta? Elemento sostitutivo energetico, al posto del pasto, sembra un gioco di parole ma è un gioco di calorie, salvo nel caso di divorzio e separazione quando il rimborso per gli alimenti richiesto dalla controparte che mantiene la linea supera abbondantemente i costi di cenoni a base di caviale, ostriche, tartufi bianchi, bollicine millesimatissime in ristoranti tristellati, alla faccia della barretta suddetta. Ma la dieta sta dietro l'angolo, maledetta, ci aspetta, arriva dopo i bagordi di fine anno e prima delle ferie estive, si appalesa con lo specchio, c'è la prova bikini e il gennaio con la cinghia tirata, per post-Imu, post-cappone, post-cotechino. Sono parentesi folkloristiche e non salutistiche, almeno nella maggioranza dei casi. Mangiare poco e bene è faticoso, comporta un momento di intelligenza, laddove a comandare debba essere il cervello e non la panza che ha i suoi diritti e i suoi rovesci, in tutti i sensi. Stando ai ricordi di scuola la dieta che ci veniva illustrata durante l'ora di storia era quella del Sacro Romano Impero e serviva a riunire il sovrano con i principi.

Con il trascorrere dei tempi e dei regimi, le riunioni contemporanee, sempre dello stesso territorio ma meno sacro e meno imperiale, con questi fini e scopi prevedono al contrario pranzi e sollazzi, vasche di cozze pelose, tartufate, vini di Francia con successivo rimborso spese italiano. Dunque c'è dieta seria e dieta farlocca. E come diceva il principe de Curtis, in arte Totò: «Non riesco mai a mangiare a digiuno».

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