La coda, se la si potesse vedere fisicamente, farebbe il giro del palazzo di giustizia. È la coda di quelli che il gergo giudiziario chiama «liberi sospesi»: gente che è inciampata in una condanna ma cui la legge assegna una chance per evitare il carcere. Gente che aspetta mesi e mesi per conoscere la propria sorte, in attesa che il tribunale di Sorveglianza di Milano trovi il tempo di fissare una udienza anche per loro. Oggi anche Silvio Berlusconi è uno di loro, uno dei «liberi sospesi». Se Berlusconi rispettasse la coda, la sua richiesta di affidamento ai servizi sociali, che verrà presentata entro questa settimana, non verrebbe discussa prima della fine dell'anno prossimo. Ma nel tribunale di Milano sono già iniziate le grandi manovre per consentire al «fascicolo Berlusconi» di scavalcare la coda, e fare scattare la pena del Cavaliere molti mesi prima di quanto accadrebbe se si trattasse di un normale cittadino.
Per presentare la sua istanza, Berlusconi ha tempo fino a mercoledì 16 ottobre. In teoria, potrebbe ancora ripensarci: «Non c'è nessuna novità, non ci sono decisioni precise», spiegano ieri fonti vicine allo staff difensivo. Ma prima ancora che l'istanza venga formalizzata, a Milano si sta già organizzando la corsia preferenziale. L'obiettivo dei giudici milanesi è liberarsi il prima possibile della pratica: senza esagerare, anche per non sollevare le ire dei condannati qualunque in attesa di affidamento, ma dimezzando comunque i tempi di attesa. È un trattamento di riguardo di cui, probabilmente, Berlusconi farebbe volentieri a meno, e che nel giro di una manciata di mesi farà di lui un uomo non più libero.
La sorte del Cavaliere si deciderà al settimo piano del Palazzo di giustizia, negli uffici del tribunale di Sorveglianza. Un ufficio oberato di lavoro, che deve seguire uno per uno non solo le migliaia di detenuti delle carceri milanesi e lombarde, ma anche tutti i condannati in attesa di misure alternative. I condannati il cui cognome inizia con la lettera «B» sono, per regolamento interno, di competenza del giudice di Sorveglianza Beatrice Crosti. Ma la pratica Berlusconi non verrà seguita dalla Crosti - e qui c'è il primo indizio della anomalia della vicenda - bensì direttamente dal presidente del tribunale, Pasquale Nobile de Santis. E ancora più anomali sono i tempi veloci che verranno impressi al fascicolo.
Basti pensare che quasi tutte le udienze fissate nel corso degli ultimi due mesi per valutare le istanze dei «liberi sospesi» sono saltate per il semplice motivo che mancano le istruttorie di valutazione, ovvero i pareri degli esperti chiamati a valutare il profilo giudiziario e psicologico del condannato. La mancanza di risorse ha fatto sì che i tempi di fissazione delle udienze si siano enormemente dilatati: un anno, quasi un anno e mezzo tra la presentazione della domanda e la decisione del tribunale. In pratica, se domani Berlusconi presentasse la sua istanza e venisse trattato come un cittadino qualunque, non otterrebbe una risposta prima del novembre o dicembre 2014. E intanto resterebbe libero a tutti gli effetti.
Ma così non sarà. La decisione sull'affidamento di Berlusconi arriverà in fretta, prima della prossima estate. A maggio, si ipotizza. E non è nemmeno sicuro che sarà una decisione positiva. Perché è vero che i casi in cui vengono respinte le istanze di affidamento ai servizi sociali presentate da chi è alla prima condanna sono rari. Ma sul Cavaliere pesano i giudizi di pericolosità sociale espressi contro di lui nella sentenza sui diritti tv, e quelli che gli pioveranno addosso nelle motivazioni delle sentenze per il caso Ruby. E, soprattutto, potrebbe pesare il giudizio degli assistenti sociali, che prima ancora dell'udienza prenderanno contatto con Berlusconi per una serie di colloqui. Lo staff dipende dal ministero della Giustizia, ed è coordinato dalla dottoressa Severina Panarello. Saranno loro, gli esperti della Panarello, a dover valutare se il Cavaliere è consapevole della gravità del reato che ha commesso. Visto che Berlusconi si ostina a proclamarsi innocente, il dialogo si annuncia difficile. E se dagli esperti arrivasse una valutazione negativa, il tribunale potrebbe vedersi quasi costretto a respingere la domanda di affidamento. A quel punto, per l'ex presidente del Consiglio scatterebbero in automatico gli arresti domiciliari.
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Luca Fazzo
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