Così ho fatto pulizia nel Lazio Da sola e per la prima volta

Ho messo a posto i buchi di Marrazzo. E con le dimissioni ho assunto le mie responsabilità

Così ho fatto pulizia nel Lazio Da sola e per la prima volta

Caro Feltri,
sono rimasta colpita dal suo articolo di oggi (ieri, ndr) che, oltre a riproporre la nota posizione sulla scarsa utilità delle Regioni, mi accusa di omessa vigilanza - al limite dell'acquiescenza, tanto che me ne sarei stata «acquattata sotto la scrivania» - sui fondi ai gruppi consiliari e persino sul deficit della sanità. Provo a riconquistare la sua stima con qualche notizia che evidentemente non conosce.

Sulla sanità ho ereditato un deficit di 1,5 miliardi dalla giunta Marrazzo e scoperto, controllando bene i conti, un ulteriore buco dello stesso importo: ho dimezzato in diciotto mesi il deficit - che per quest'anno dovrebbe ulteriormente ridursi a 600 milioni - e pagato il secondo con un mutuo. Ho messo in piedi la più grande centrale acquisti d'Italia, dopo la Consip, scontrandomi con i monopoli che la facevano da padroni nella mia Regione e che ancora oggi, dia uno sguardo a qualche quotidiano del Nord, difendono con le unghie e con i denti forniture costosissime che ho cancellato.

La giunta che mi ha preceduto ha garantito a questi signori appalti che duravano anche nove anni, cioè sorvolavano la mia legislatura, e solo grazie a un articolo da me proposto e recepito dal governo nel decreto legge sulla spending review, sono oggi in condizioni di fare ulteriori risparmi mettendo fine a quel regime.

Quanto ai fondi dei gruppi ho chiesto più volte una riduzione del bilancio del Consiglio e ho denunciato su un quotidiano romano, in un'intervista che ha fatto rumore, gli sprechi che secondo me non erano ulteriormente tollerabili.

Come può facilmente verificare, infatti, l'assegnazione dei fondi per l'attività dei gruppi, che oggi abbiamo praticamente azzerato, era pari a 5,4 milioni (con la precedente giunta Marrazzo era di 4,5 milioni) e non ai 14 di cui si parla.

La responsabilità politica di continuare a stare in un Consiglio dove a destra e a manca si spendevano soldi in quel modo, invece, me la sono assunta personalmente: non ho chiamato nessuno a «liberarmi dagli scarafaggi», come dice lei, ma l'ho fatto da sola, dimettendomi; cosa che, in quarant'anni di vita delle Regioni, nessun presidente aveva mai fatto prima.

Neppure il mio predecessore che,

forse, ne aveva ancor più motivo.

All'epoca si diede incredibilmente «malato»: io, che malata lo sono stata davvero, so che non si scherza con queste cose come con gli elettori e le Istituzioni e, a modo mio, ho fatto pulizia.

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