Si dissolvono il prato verde e le urla dei tifosi, quella casacca che sembra un'impenetrabile corazza fuori dal rettangolo, nelle ragnatele dell'ordinario quotidiano non protegge più; la fama, i denari non contano. Cosa resta? Un uomo qualunque, forte e fragile, vulnerabile e impotente. Come tutti noi, di fronte alle tempeste del destino. Ricchezza, bellezza, fortuna. Una vita giocata al massimo e in un attimo tutto evaporato.
Igor Budan, 32 anni, professione calciatore, attaccante croato del Palermo, oggi è solo un padre che ha perso una figlia. Un fiore che non ha fatto in tempo a sbocciare: Amber, due anni appena. Era nata a Palermo, il 15 aprile del 2010, forse nelle speranze di mamma e papà avrebbe dovuto essere un maschietto, un'altra bimba la dolce moglie Dina gliela aveva data due anni prima: Viktoria.
Le tre donne della sua vita. Erano in Croazia, a casa in vacanza in questi giorni in cui papà correva e sudava in ritiro, a Varese. È successo tutto in fretta, troppo, senza il tempo di rendersi conto, di tentare qualcosa, forse l'impossibile. Quella disperata lotta che, perlomeno, può servire a scacciare i rimorsi. Sembrava un'influenza invece dicono che sia stata una meningite fulminate a stroncare Amber nel giro di quarantott'ore. Ha smesso di respirare alle 4.30 dell'altra notte, poco dopo l'arrivo di papà, che avvisato dell'aggravarsi della situazione, aveva lasciato il ritiro per tornare in Croazia. È riuscito ad abbracciarla un'ultima volta prima che se andasse verso quella fanciullezza eterna che può appartenere solo ai bimbi.
A darne notizia il sito ufficiale del Palermo dove si leggono i messaggio di cordoglio al giocatore dell club di Viale del Fante e soprattutto quello del suo presidente Maurizio Zamparini. L'uomo che l'aveva voluto rosanero e con il quale si era creato un rapporto umano trascendente i giochi del pallone. La notizia è rimbalzata subito anche su twitter (#Budan), dove sono tantissimi i messaggi di condoglianze che continuano ad arrivare. Lui, nonostante la disperazione, ha trovato la forza di rispondere. E lo ha fatto attraverso il sito della sua squadra: «In un momento così difficile e drammatico per la mia famiglia, io e mia moglie Dina siamo stati circondati dall'affetto di tante persone. Vogliamo, quindi, ringraziare tutti coloro che ci stanno dimostrando la loro vicinanza».
Su internet è un susseguirsi di mesti messaggi. Parma, Catania, Atalanta, Inter, Roma, Cesena, Ascoli, tifoserie sparse, unite da questo lutto tanto crudele quanto imponderabile. Sempre su Twitter spiccano i «necrologi» dei compagni di squadra. Parole semplici, ma sentite. Per esempio Donati scrive un «Senza parole» che vale più di mille discorsi.
Non c'è, non ci può essere consolazione adesso. Forse non ci sarà mai.
Proprio due anni fa, di questo stesso periodo, morì di meningite fulminante la figlia di un altro vip, Niccolò Fabi. Lui ha ricordato la tragedia con un brano struggente. Cantando per la figliolettta: «Arriva la seconda vita...»
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