Il fondatore per anni ha seminato antiberlusconismo e ora raccoglie insultiScalfari benedice Letta. E i lettori lo rinnegano

Il fondatore per anni ha seminato antiberlusconismo e ora raccoglie insultiScalfari benedice Letta. E i lettori lo rinnegano

Scalfari accusato dai suoi lettori di berlusconismo. Incredibile. Sembra un'onda d'urto, un colpo di ritorno, il demiurgo sconfessato dalla sue creature. È la bestemmia che arriva in alto, come nemesi e sacrilegio.
Il patriarca è solo, con la sua barba bianca e l'aria distaccata di chi si sente sempre più lontano da questo nuovo secolo. Ogni maledetta domenica lui continua a scrivere, con la stessa soddisfazione e il senso del dovere di un cardinale che contro la sua stessa natura si sforza di apparire pastore. Questa volta però Eugenio Scalfari, padre e fondatore di Repubblica, ha scavato un solco tra sé e i suoi fedeli, un confine di buon senso con il popolo di lettori che si è allevato. Forse per la prima volta si è accorto che il suo quotidiano non è più veramente suo. Questa Repubblica è di Ezio Mauro. Chi la legge ha sposato la linea giacobina, l'indignazione, i girotondi, il disprezzo per l'altro, a cui si fatica a riconoscere la cittadinanza politica, come se fossero figli indegni e illegittimi della res publica. Non che Barbapapà sia del tutto estraneo a questi sentimenti, il suo abito mentale da neo platonico con quattro quarti di aristocrazia intellettuale lo rendono scettico verso il suffraggio universale e antropologicamente distante da chi vota il Cavaliere. Scalfari è antiberlusconiano per storia, interessi, dissidi, ferite e vendette. Solo che rispetto a Mauro fatica a offrire ai suoi lettori tutto quello che vogliono. I suoi seromoni sono le concessioni che arrivano da un sovrano assoluto. Gli editoriali di Ezio Mauro sono lo specchio degli umori del lettore. Lo assecondano, spesso lo accarezzano, qualche volta lo indirizzano. Mauro finge di essere uno di loro. Scalfari è sopra di loro.
Accade così che nel lungo articolo di domenica il fondatore spenda tutta la sua autorevolezza per sostenere il nuovo governo di Enrico Letta. Il tono è evidente già dal titolo: «Un medico per l'Italia malata». Scalfari sa che lì dentro ci sono anche i ministri del Pdl, ma preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno. Ci sono tante donne. C'è Emma Bonino. Ci sono la Cancellieri e Saccomanni. Il risultato è migliore del previsto. Un benvenuto a Letta che fa impazzire i lettori, spiazzati, sgomenti, traditi.

«Repubblica era un po' come l'ultimo avamposto. Abbiamo perso anche quello». «Vattene in pensione, vecchio». «Senza dignità». E tanti, tanti a scrivere: «Non comprerò più questo giornale». Scalfari scavalcato, Scalfari ripudiato, Scalfari «licenziato».

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