MilanoÈ una giornata non troppo fredda a metà degli anni Settanta, il Pci è al massimo della sua forza elettorale, Silvio Berlusconi ha trentanove anni e non è ancora stato nominato Cavaliere, ma è già un importante immobiliarista milanese col quartier generale nella villa di via Rovani, una delle zone residenziali più belle della città. La voglia di crescere rimane tanta. Tra i professori che arrivano a parlare di filosofia a lui e alla sua squadra di manager c'è il giovane don Angelo Scola, l'attuale cardinale e arcivescovo di Milano. A mettere in contatto i due è stato colui che tutti chiamano don Gius.
Don Luigi Giussani è un sacerdote brianzolo che insegna Introduzione alla filosofia all'Università Cattolica, con un gran seguito di studenti. Parla dei cristiani che devono essere attivi nel mondo e non solo nelle sacrestie, cose rivoluzionarie per quegli anni non ancora emersi dal clericalismo preconciliare. Il suo movimento è uscito dall'Azione cattolica e ha preso il nome di Comunione e liberazione. Silvio Berlusconi era rimasto colpito da quel prete e aveva voluto conoscerlo. Ogni tanto andava a trovarlo e tra i due era nato un rapporto di stima reciproca.
E veniamo al professor Angelo Scola. È un giovane sacerdote dai capelli rossi che ha lasciato da poco la guida di Clu, gli universitari di Comunione e liberazione. Trentaquattro anni, ordinato prete quattro anni prima, allievo di don Giussani, promettente ricercatore di Filosofia e teologia, ha da poco incontrato a Friburgo il professor Joseph Ratzinger. Insieme con lui e con altri teologi come Hans Urs von Balthasar e Henri de Lubac, fa parte del gruppo di Communio, la rivista nata dopo il Concilio Vaticano II per sostenere la riforma e l'apertura della Chiesa senza la rottura con la tradizione. Dal 1972 dirige l'Istra, l'istituto di studi per la transizione, a cui si rivolge Berlusconi su suggerimento di don Giussani. Sta per andare a Roma, a insegnare Antropologia teologica alla Pontificia Università Lateranense. Diventerà vescovo e cardinale.
È in questo frizzante clima pieno di attese che accade ciò che nella puntata di Report di domenica scorsa è raccontato con qualche imprecisione da Marco Palmisano, ex membro dei memores Domini di Cl, dirigente Mediaset e presidente del Club Santa Chiara. E cioè che Scola è uno degli intellettuali che va a tenere una lezione all'imprenditore Berlusconi e ai suoi manager, tra cui Marcello Dell'Utri e Fedele Confalonieri.
Il portavoce del cardinale Scola, don Davide Milani, precisa alcune informazioni fornite da Palmisano nel servizio tv: «In una giornata tra l'autunno del 1975 e la primavera del 1976 l'allora don Angelo Scola, come era solito fare in diversi ambiti ecclesiali e laici, intervenne per una lezione su temi di Filosofia e antropologia nell'ambito di un ciclo di incontri organizzato dall'imprenditore Silvio Berlusconi per l'aggiornamento dei manager suoi collaboratori».
Tra gli altri professori citati nel servizio il filosofo Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc. E poi Roberto Formigoni, che in quegli anni ha fondato il Movimento popolare, nato per portare lo spirito di Cl nell'attività politica. A turno fanno la prolusione a questi seminari che servono a dare una formazione di cultura politica a una ventina di collaboratori di Berlusconi, come l'imprenditore aveva chiesto a don Giussani.
La puntata di Report era dedicata a Roberto Formigoni ed è servita da spunto anche a un nuovo assalto della Lega, che punta a prendere la guida della Lombardia. «L'inchiesta sulla Regione Lombardia trasmessa da Report mi rafforza nella convinzione che il prossimo governatore dovrà usare la ramazza e fare pulizia a partire dai piani alti del Pirellone» scrive Roberto Maroni su Facebook.
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