Il governatore Pdl beffa la crisi: sanità in attivo e conti in ordine. Giù Irap e Irpef

RomaLo stile è sommesso, gli atteggiamenti non sono certo quelli del capopopolo, l'esposizione mediatica contenuta, l'immagine tutt'altro che tempestata di dichiarazioni eclatanti e sopra le righe. In Abruzzo, però, pur navigando nei mari in tempesta della crisi, Gianni Chiodi sta compiendo un vero e proprio miracolo silenzioso. Ereditata una Regione tra le più indebitate d'Italia, una «vigilata speciale», il governatore abruzzese si è rimboccato le maniche e con il suo fare pragmatico - chi lo conosce bene lo definisce «un mastino travestito da dalmata» - ha messo in campo una ricetta fatta di rigore, trasparenza ed efficienza.
Il cammino di risanamento ha avuto una prima epifania pubblica nello scorso gennaio quando è scattato il taglio del 30% delle addizionali regionali Irpef e Irap nelle buste paga degli abruzzesi (per un importo complessivo stimato in 40 milioni). Un gesto in controtendenza, frutto soprattutto del risanamento del sistema sanitario, con le Asl in pareggio dal 2011. Oggi l'Abruzzo è tra le cinque Regioni con i conti sanitari in attivo.
In quattro anni Gianni Chiodi, il governatore «silenzioso» (profilo che condivide con un altro ottimo amministratore come Stefano Caldoro) ha riportato i conti della Regione in equilibrio, ha ridotto il debito del 25% (da 4 a 3 miliardi), non ha acceso alcun nuovo mutuo, ha ridotto di un terzo i costi della macchina amministrativa, ha tagliato consulenze e spese inutili. L'Abruzzo è stata anche la prima regione d'Italia a eliminare il vitalizio e a ridurre i compensi dei consiglieri regionali. Una rigida cura dimagrante completata con il taglio di 31 dirigenti, il dimezzamento del parco auto da 180 a 90 unità; la riduzione dei consiglieri da 45 a 31 e degli assessori da 10 a 6; la chiusura delle sedi all'estero e l'eliminazione di oltre 250 poltrone ben remunerate nei Cda. Il palmares della gestione Chiodi non finisce qui. Secondo l'Istat, i disoccupati sono passati da 73mila a 65mila (unica regione a registrare una diminuzione). L'Abruzzo è anche riuscito a raggiungere gli obiettivi di spesa dei fondi europei e secondo una ricerca del Sole24Ore, in proporzione alle sue risorse, è risultata la prima regione in Italia per investimenti nella ricerca (80 milioni).
I risultati sono il frutto anche di una squadra formata senza guardare troppo agli equilibri politici. «Se voglio essere credibile non posso essere condizionabile. Devo rendere conto agli abruzzesi e non ai partiti», la sua convinzione. Una libertà frutto anche del suo stretto rapporto con Silvio Berlusconi. Una amicizia nata a ridosso delle Regionali quando Chiodi decise di dimettersi da sindaco di Teramo e di proporsi come candidato. Berlusconi, alla ricerca di una faccia nuova, chiese «referenze» a Gianni Letta il quale a sua volta si rivolse alla sorella Maria Teresa, allora a capo della Croce Rossa abruzzese, domandandole di tracciare un profilo del potenziale candidato. Si narra di una accurata relazione scritta, assolutamente lusinghiera nei confronti del primo cittadino di Teramo. Da lì a qualche giorno Berlusconi invitò Chiodi a Palazzo Grazioli assieme alla famiglia. A fine cena il presidente del Pdl sciolse le riserve.

«Non è un politico di professione, ha avuto un'esperienza sia all'opposizione che come sindaco della città, dunque ha la preparazione amministrativa ideale. E poi ha equilibrio», il suo giudizio. Una intuizione la cui bontà è stata confermata dalla forza dei fatti e dai numeri di una ex «regione canaglia» per dirla con Chiodi, trasformata in un modello nazionale.

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