Un discorso di insediamento all'insegna della responsabilità. Alle 15, il primo ministro Enrico Letta parlerà alla Camera e al Senato e chiederà la fiducia al suo governo. Salvo sorprese dell'ultim'ora, il nuovo esecutivo dovrebbe ottenere un ampio consenso.
Letta parlerà di riforme istituzionali, come la legge elettorale o il superamento del bicameralismo, di temi economici, come l'Imu ed Equitalia (punti su cui ha pesato il pressing del Pdl), di lavoro e di alcune urgenze da affrontare (come il rifinanziamento della Cig in deroga per 1 miliardo). Il tutto puntando alla crescita, alleggerendo le imposte su lavoro e imprese attraverso "tagli selettivi" della spesa pubblica, o meglio di quella improduttiva. È essenziale poi un cambio delle politiche europee, che si sta già materializzando a giudicare dalle parole del commissario Rehn. Il governo, spiegherà Letta, proporrà per esempio di escludere dal patto di stabilità gli investimenti o i cofinanziamenti nazionali dei Fondi europei.Sulle riforme istituzionali e costituzionali Letta sosterrà che possono essere fatte in pochi mesi: e nel caso si punti ad una Convenzione per una riforma complessiva, si può nell’immediato vararne in Parlamento alcune più limitate su cui c’è condivisione, come il taglio dei parlamentari.
Per quanto riguarda la Convenzione, Silvio Berlusconi ha spiegato che potrebbe essere lui a presiederla perché "ho avuto modo, in nove anni da presidente del Consiglio, di verificare come davvero il Paese non sia governabile". Su tutte le riforme e su quella elettorale, Letta si appellerà a "tutto il Parlamento" affinché anche i partiti che vogliono stare all’opposizione non si sottraggano a questa "responsabilità". Riprendendo un passaggio del discorso di Napolitano alle Camere, Letta sottolineerà la necessità di superare la demonizzazione dell’accordo, sintetizzato nel termine "inciucio".
Questa sera alle 20, alla Camera, domani, intorno alle 13 al Senato. Montecitorio è la prima tappa del governo Letta. Sulla carta i voti, per il governo appoggiato da Pdl, Scelta civica e Pd sono più che abbondanti. Alla Camera la maggioranza richiesta è di 316 voti, a Palazzo Madama di 159.
Alla Camera il Pd conta su 297 deputati, Scelta civica su 47, il Pdl su 97 (più sei eletti nelle liste di Centro democratico, cinque delle minoranze linguistiche e 3 degli italiani all’estero): in tutto 455 voti. Al Senato il Pd ha 109 senatori, Scelta civica 21, il Pdl 91: fanno 221 voti ’ufficialì a cui dovrebbero essere aggiunti quelli dei tre senatori a vita e anche altri provenienti dal Misto e dalle autonomie. Il discorso di Letta in diretta- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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