La gran balla della Boldrini: «Non prenderò voli di Stato»

La gran balla della Boldrini: «Non prenderò voli di Stato»

«Sì, ho usato l'aereo di Stato per andare a Ballarò, ma è una cosa normale» risponde la neo renziana Debora Serracchiani, presidente del Friuli-Venezia Giulia, all'interrogazione del M5S in consiglio regionale. I grillini si erano insospettiti per l'ubiquità della Serracchiani, alle 17 a Trieste per il vertice Italia-Russia con Putin, e alle 21 sulla poltrona di Ballarò negli studi di Roma. Siccome a quell'ora non ci sono voli di linea Trieste-Roma, non è che la presidente Pd ha preso un volo di Stato, come la Boldrini? Proprio così, ma è «una prassi», risponde la Serracchiani: «Seguendo una prassi consueta gestita dal Cerimoniale della presidenza del Consiglio, all'andata sono stata ospite del presidente Letta. Del mio ritorno in Regione si è occupata invece la redazione di Ballarò».
Anche lei dunque «ospite» di un volo di Stato, approfittando del passaggio di Enrico Letta, che già ha ospitato la Boldrini (che alla scorsa cerimonia del Ventaglio, rivela il programma Virus, disse: «Rinuncerò totalmente ai voli di Stato»). Con la differenza che la Serracchiani sarebbe comunque dovuta andare a Ballarò, e dunque il biglietto aereo di andata lo avrebbe pagato la Rai, cioè sempre lo Stato, se non ci fosse stato il passaggio sul volo blu di Letta. Nessun accompagnatore poi per la governatrice, diversamente dalla Boldrini, partita per Johannesburg con sei persone, compreso il fidanzato. Anche se i social network non hanno risparmiato critiche alla Serracchiani: «Ottimo esordio per la nuova segreteria di Renzi:la Madia confonde i ministri, la Serracchiani su volo di stato per andare a Ballarò» scrive un utente Twitter.
E pensare che non è ancora finito lo strascito di polemiche sul viaggio sudafricano della Boldrini. Nonostante la lettera del premier Letta al Giornale («Pregiudizio sessista e doppiopesismo palese»), e quella della presidente Boldrini («dintinguere tra la partecipazione alla cerimonia funebre per un Grande della storia, e quella ad un Gran Premio di Formula Uno») in seguito alle perplessità di Repubblica sull'opportunità di quel volo di Stato, la difesa non ha convinto tutti. Soprattutto non ha convinto Mastella, l'ex ministro del governo Prodi, finito nel 2008 al centro di una violenta polemica per aver viaggiato, insieme al figlio, a bordo di un volo di Stato destinato all'allora ministro Rutelli, per raggiungere Milano. Mastella, dopo le distinzioni della Boldrini, torna all'attacco. «Con un moralismo sfacciatamente barocco e senza alcuna logica la presidente della Camera continua a far finta di con capire allora glielo ripeto: sono io che non ho fatto spendere un euro allo Stato, facendo anche risparmiare un secondo volo allo Stato. Lei, invece, di certo ha fatto consumare più cherosene e soldi allo Stato, perché‚ con una delegazione allargata è stato necessario utilizzare un aereo ben più grande e costoso. Tra l'altro, ha utilizzato un volo di Stato su una tratta almeno dieci volte superiore rispetto alla tratta Roma-Milano. Basta! La smetta di fare inutili proclami e strumentali comparazioni. La verità è che lei non riesce a digerire il fatto di essere stata colta con le mani nella marmellata». Una marmellata molto più imbarazzante di quella della Serracchiani.
In futuro, forse, la Boldrini non cadrà più in errore, perché sarà ben consigliata dal nuovo capo ufficio stampa della Camera. Da 700 curricula arrivati dopo l'offerta di lavoro pubblicata sul sito della Camera - non un bando di concorso, ma una semplice manifestazione di interessi - il Comitato per la comunicazione (composto da cinque deputati) ha scremato fino ad arrivare a sette nomi per il ruolo di capo ufficio stampa da Montecitorio (6.500 euro netti al mese, un ufficio dove lavorano già una trentina di persone). La scelta finale è caduta su Anna Masera, social media editor della Stampa, nome che era già uscito nei giorni scorsi. «Il nostro sogno si è avverato» scrive la Velina rossa, nota parlamentare di Pasquale Laurito, che nei giorni scorsi aveva scritto chi avrebbe vinto la selezione («La Boldrini poteva risparmiare tempo facendo direttamente lei la nomina»).

Di «irrituale procedura di istruttoria e selezione» parla Simone Baldelli, deputato di Fi componente dell'Ufficio di presidenza, astenuto nel voto finale. Molto perplesso anche il leghista Caparini, che chiede: «È questa la spending review della Boldrini?».

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