Grillo a caccia di visibilità minaccia persino di ritirarsi

RomaIl giallo è di soluzione banale, ma nella trama ci sono pirati in politica e pirati in rete, e il titolo sembra un racconto di fantapolitica: «Il Movimento cinque stelle parteciperà alle elezioni?» La risposta è sì, e Beppe Grillo lo sa bene. Ma il suo simbolo è stato clonato. Una vergogna, un'offesa. La solidarietà è arrivata sia da destra che da sinistra. Un tale Andrea Massimiliano Danilo Foti ha presentato al Viminale un contrassegno identico a quello del MoVimento cinque stelle. Ha anche anticipato i grillini doc, depositando prima di loro il materiale al Viminale. Si tratta in realtà di uno show che si esaurirà nel tempo di pochi giorni. Anche Antonio Ingroia ha il suo clone, e Monti se la deve vedere con un altro Monti, Samuele, che propone un programma più europeista del più celebre omonimo. La legge elettorale parla chiarissimo: se viene presentato un simbolo in parte o in tutto uguale a un altro esistente («confondibile o identico»), il «falso» è nullo. In più, nel caso di questi partiti minuscoli emersi dall'anonimato copiando le liste altrui, è quasi impossibile che i cloni vengano inseriti nelle elezioni, perché è improbabile che siano riusciti a raccogliere il numero minimo di firme previste, 30mila. La pietra sopra il caso l'ha piantata Beppe Pisanu, ex ministro dell'Interno: «Il simbolo 5 Stelle è già comparso in altre competizioni elettorali e quindi non c'è dubbio che il ministero dell'Interno debba riconoscerlo a Beppe Grillo».
Ma il comico ieri dal blog ha montato un polverone, ha urlato al complotto e ha arricchito la suspense: «Abbiamo fatto ricorso. Dovremo aspettare martedì pomeriggio per sapere se il M5S parteciperà alle elezioni. In caso della presenza di un simbolo confondibile, non parteciperemo». E sempre sul blog è stata pubblicata una inquietante lettera di Anonymous, il gruppo di hacker informatici che negli ultimi anni ha preso piede anche in Italia. I pirati, intervenendo sulla vetrina di Grillo in sua difesa, denunciano i partiti «più o meno piccoli che per accaparrarsi un voto giocano sporco». E insinuano un legame tra il «clonante» di Grillo Foti e il Partito Pirata (che ha depositato un simbolo al Viminale).
Ieri sono stati depositati praticamente tutti i simboli dei grandi partiti che partecipano alle elezioni, tranne quello del Pdl. Roberto Calderoli ha consegnato un contrassegno nuovo per la Lega, con due nomi indicati sotto Alberto da Giussano: Maroni e Tremonti, scritto con la M maiuscola. Con questo simbolo è stato confermato l'appoggio al Pdl: «Il capo della coalizione è Silvio Berlusconi ma questo non vuol dire che sia il premier, che per noi è Tremonti». Tra i simboli più piccoli, Alba dorata e Casa Pound. C'è anche un movimento bunga-bunga «contro la magistratura golpista». Venerdì era stato il giorno del Sacro romano impero.
Foti è stato massacrato nel blog di Grillo e alla fine è uscito allo scoperto. Racconta di essere un ex grillino della prima ora: «Beppe sa bene chi sono» dal 2005. La partecipazione alle elezioni, «già allora mi sembrava uno sbocco naturale, ma Beppe non voleva sentirne.

Nel 2007 insieme ad altri amici dei meetup, decidemmo di dar vita al Movimento 5 Stelle con simbolo molto simile a quello successivamente adottato da Grillo». Poi lo sfogo contro le accuse sul web: «Solo perché sono nato a Catania, sarei un mafioso? Questa associazione è offensiva per tutti i siciliani».

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