Milano Tre giorni di sbeffeggiamenti via Facebook, di dileggi fin alla Domenica Sportiva, e soprattutto di accuse abbastanza esplicite da parte della Procura di inventarsi tutto pur di tirare in lungo il processo si spengono pochi minuti prima delle 17 di ieri, quando il giudice Giulia Turri rientra in aula e consegna a Ilda Boccassini e ai legali di Silvio Berlusconi due pagine di fax arrivate in cancelleria. È il referto trasmesso dai tre medici - un oculista, un cardiologo e un medico legale - inviati a metà mattinata dal tribunale del caso Ruby a controllare le reali condizioni di salute di Berlusconi, ricoverato al San Raffaele. Ai difensori del Cavaliere la decisione del tribunale era parsa il preannuncio di un esito uguale a quello di sabato, con i certificati medici di Berlusconi sconfessati nell'aula del processo d'appello per i diritti tv, e il rinvio dell'udienza rifiutato d'autorità. E la notizia della nuova visita fiscale aveva spinto i parlamentari del Pdl, riuniti poco lontano, a spostarsi in blocco a Palazzo di giustizia per protestare.
Invece, a conti fatti, la nuova visita fiscale disposta dal tribunale del caso Ruby si rivela utile a riportare un barlume di serenità in un'aula dove - per dare un'idea della tensione - poche ore prima Niccolò Ghedini diceva con una battuta «qui ci vorrebbe un bagno nel Lexotan». Perché i tre medici scelti dal tribunale, una volta visti gli esami e visitato il paziente, non hanno avuto dubbi. Non solo c'è la uveite bilaterale, l'infiammazione agli occhi da cui è iniziato tutto quanto, ma c'è un quadro clinico in peggioramento. Il giudice Giulia Turri non legge in aula, per motivi di privacy, l'intero referto, limitandosi a citare lo «scompenso pressorio» che secondo i medici rende impensabile una presenza dell'imputato. Qualcosa di più lo si scopre quando prende la parola Ilda Boccassini e - anche se Ghedini cerca di fermarla - legge dei passi in cui sembra di capire che questa mattina Berlusconi verrà sottoposto a una Tac, che non è esattamente un esame di routine. Al premier vengono prescritti sette/otto giorni di riposo per il cuore, una quindicina per gli occhi.
Di fronte al quadro tracciato dai tre medici il tribunale presieduto da Giulia Turri non ha esitazioni, dichiara ufficialmente accertata l'impossibilità dell'imputato a comparire in aula e quindi rinvia l'udienza: a domani, ma solo per accordare accusa e difesa sul prosieguo del processo. Ilda Boccassini, che si era presentata in aula insieme al suo staff pronta a pronunciare la sua requisitoria e calare sull'imputato le richieste di condanna, deve pazientare ancora qualche giorno: fino a lunedì prossimo, quando se le prognosi dei sanitari risulteranno esatte Berlusconi sarà in grado di venire in aula ad ascoltare la requisitoria della dottoressa e a prendere la parola per una dichiarazione al tribunale sui suoi veri rapporti con Ruby Rubacuori e il composito universo di fanciulle evocato nel processo.
Nel frattempo, i legali del Cavaliere incassano un risultato che faranno sicuramente valere anche nell'altro processo in corso a Milano contro lo stesso imputato. Ovvero il giudizio d'appello per la vicenda dei diritti tv, dove su Berlusconi incombe una condanna a quattro anni di carcere e cinque di interdizione dai pubblici uffici. Sabato scorso, di fronte ai certificati provenienti dall'ospedale San Raffaele, anche la Corte dei diritti tv aveva deciso di vederci più chiaro, e aveva spedito a visitare Berlusconi un oculista e un medico legale: i quali, pur tra mille cautele, avevano escluso che il paziente fosse «assolutamente impedito» a presentarsi in aula. La Corte d'appello a quel punto aveva ordinato ai difensori di Berlusconi di esporre le loro arringhe difensive. Ma ora un nuovo certificato sconfessa i medici che avevano sconfessato i medici del Cavaliere.
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