I partiti alla guerra sui nuovi vertici Rai

Il blitz del governo esaspera gli animi. A rischio il sì a Tarantola e Gubitosi: via libera solo in cambio dei posti nel Cda

I partiti alla guerra sui nuovi vertici Rai

Roma Tutti arrabbiati con tutti, partiti in bambola. Il Pdl ce l’ha con Monti per il blitz che esautora il Parlamento dalle nomine Rai, il presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli, irritato col Pd, il suo partito («Il presidente Monti non capisce l’atteggiamento del Pd, e franca­mente nemmeno io», si è sfogato in commissione), certi deputati dell’Udc che ce l’hanno con Casi­ni per l’uscita choc ( «Ora Monti no­mini tutto il Cda»), il Pd indeciso tra l’Aventino dei consiglieri scelti non dal partito ma dalla «società civile» e il commissariamento defi­nitivo della Rai da parte del gover­no, con la scelta anche del Cda. Un caos generale che, a rigor di logica, dovrebbe portare a uno stop delle nomine proposte (si fa per dire) dal premier, in attesa che i partiti si chiariscano le idee. Ma non finirà così, perché Pdl e Pd non hanno voglia né forza per un braccio di ferro col governo. An­che se, dice la legge, sono loro, i partiti, a dover nominare il Cda Rai (presidente compreso) e a pro­porre poi all’azionista, cioè al mi­nistro del Tesoro, cioè sempre a Mario Monti, i nomi per la direzio­ne generale, e non l’inverso.Le cri­tiche che partiranno oggi, nell’uffi­cio di presidenza in Vigilanza, al «metodo Monti» serviranno inve­ce a trattare una resa più accettabi­le. Tradotto: ok alla nuova presi­dente Tarantola (da Bankitalia) e al dg Gubitosi (da Bank of Ameri­ca), ma i componenti del Cda, al­meno quelli, verranno concordati con i partiti, che hanno già i loro pacchetti di nomi pronti. Un po’ da battagliare però ci sa­rà. Il più carico sembra il capo­gruppo Pdl in Vigilanza, Alessio Butti, deciso a mettere i paletti alla marcia del premier su viale Mazzi­ni: «Chiederò una pausa di rifles­sione, quel che è successo non sta né in cielo né in terra. Monti vuole forse governare anche la Rai? Gli ri­cordo che recenti sentenze in ma­teria di governance dicono che questo controllo non può e non de­ve esserci ». Anche Landolfi, ex mi­nistro delle Comunicazione e an­che lui componente Pdl della Vigi­lanza, è perplesso su nomi e modi («Fosse per me non voterei la Ta­rantola presidente Rai, non cono­sca minimamente l’azienda. Ci da­ranno il bancomat al posto del de­coder... ») ma «non anticipa» quel che farà il Pdl, che alla fine seguirà le indicazioni del premier. Ancora più confusa la posizio­ne del Pd. Il vicepresidente della Vigilanza, Merlo, porterà in aula la richiesta-provocazione di la­sciare a Monti anche la nomina di tutto il Cda,oltre ai vertici.«Un pas­so indietro della politica per dare un nuovo corso alla Rai» dice Mer­lo, sulla stessa linea di Casini dun­que. Il Pd e l’Udc che vogliono lot­tizzare la Rai? Molti nasi esperti fiu­tano un potente odore di bruciato. Il «commissariamento consen­ziente » della Rai, da parte di Udc e Pd, sarebbe in realtà una strada per togliere di mezzo la vecchia maggioranza di centrodestra, rim­piazzandola con dei tecnici da mandare via subito dopo le elezio­ni politiche del 2013, da cui Pd e Udc pensano di poter ottenere nu­meri a loro più favorevoli. Ma già con le nomine partitiche del Cda si otterrà il cambio di maggioran­za in Rai, perché il Pdl si ritroverà con tre consiglieri, in minoranza rispetto ai cinque di area Pd-Udc e Monti (presidente e consigliere nominato dal Tesoro). Il Pdl ha fat­to una battaglia di facciata anche sulla Lei, direttore generale uscen­te, che ieri ha incontrato per un’ora Monti. Che ha solo «preso atto» dei buoni risultati economi­ci messi sul tavolo dalla dg uscen­te, e ha promesso una exit strategy per Lei (un posto di rispetto in un’altra azienda pubblica, o forse ancora in Rai, capo di Rai Fiction o di RaiWay). La Lei si è lamentata con Monti per l’effetto«destabiliz­zante » di aver indicato i nomi dei successori prima del dovuto. E che sia irritata (anche lei) si vede nella circolare che ha fatto girare in azienda, ordinando ai dipen­denti di non commentare più su web o social network notizie che ri­guardano la Rai. Nervosismo anche in casa Lega.

La base è in subbuglio perché la Le­ga partecipa alla lottizzazione del Cda Rai con una trentenne spon­sorizzata da Luca Zaia, Gloria Tes­sarolo, già infilata nel Cda di Rai Fiction.Maroni ha dato l’assenso, perché ha il congresso federale tra venti giorni e non vuole inimicarsi i veneti. Ma, pensano i leghisti, se è questa la nuova Lega 2.0...

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