I soliti gufi si inventano una Forza Italia al collasso

Da "Repubblica" a "l'Unità" passando per "Corriere" e "Stampa" i giornali suonano il requiem per Berlusconi e il partito. Ma i sondaggi fotografano una realtà opposta

I soliti gufi si inventano una Forza Italia al collasso

L' ennesima batosta per Berlusconi scatena la collettiva onoranza funebre: «Il Cavaliere è morto». Tutto già sentito almeno una dozzina di volte dal '94 ad oggi. La «chiusura di un'epoca» è già stata celebrata dagli avversari del Cavaliere tutte le volte che la magistratura ha messo a segno un colpo contro il grande nemico. Oggi, a differenza del passato, il requiem viene suonato pure per Forza Italia. Non c'è quotidiano che non faccia l'affresco di un funerale di un intero partito. Vero: in ogni partito, anche in Forza Italia, ci sono antipatie reciproche, ambizioni personali, sgomitate, sensibilità diverse e differenti visioni di strategia. Roba fisiologica, oggi acuita dal fatto che il leader è stato azzoppato dai giudici. Ma lo sconcerto di un partito decapitato diventa «caos, indecisione e incertezza» per Repubblica. Per la Stampa «Forza Italia nel caos ora teme di andare sotto il 20%». Per l'Unità, invece, «il partito è allo sbando e ci sarebbe in atto una guerra per l'eredità del Cav». Quindi: «A rischio è la tenuta dei gruppi parlamentari». Pure il Corriere della Sera fotografa una Forza Italia ormai defunta: «Il partito fuori controllo si sfalda. Dilaniato da feroci scontri tra feudatari che con le loro richieste assediano il monarca». In più, in vista delle prossime elezioni Europee, aleggia lo spettro del bronzo: «Veder certificato il sorpasso di Grillo. È la sindrome del terzo posto che lo trasformerebbe nel leader di un terzo polo». Sintesi estrema: «La verità che affiora sulle labbra di molti azzurri è che Forza Italia non c'è più». Morta e sepolta. È la «fine di un'era», giura il Messaggero che forgia una pittoresca metafora: «Il Cav non è più il Cav. Ora è come Garibaldi senza barba».

Berlusconi tolto di mezzo alle toghe diventa una bomba, per il partito, dagli effetti simili a quelli di Hiroshima. Ma Forza Italia non ci sta. Se Giovanni Toti giura via Twitter: «Quanti gufi!! Ma non è notte, anzi, c'è il sole a Roma. Soprattutto a San Lorenzo in Lucina». Deborah Bergamini si ribella: «In molti si cimentano nello sport di descrivere Forza Italia come un movimento politico in difficoltà. In pochi sembrano, invece, ricordare come, ogni volta che sono fioccate analisi disfattiste sul nostro conto, i fatti abbiano poi smentito le previsioni. Basti pensare a quello che è successo non più di un anno fa». Anche Altero Matteoli protesta: «Non cadiamo nel gioco scoperto di chi insinua che Forza Italia sia in difficoltà per l'ultimo responso della Cassazione contro Berlusconi, peraltro previsto e scontato. I voti di Berlusconi non sono in libera uscita». Andrea Mandelli, invece, assicura: «Quanti si stanno lanciando in avventurose interpretazioni sul futuro del nostro movimento possono risparmiarsi la fatica: Forza Italia è stata e resta protagonista della vita politica del Paese. In questi mesi abbiamo incontrato praticamente tutti i rappresentanti delle professioni e delle categorie. Stiamo traducendo le loro istanze in programma». Crepuscolo azzurro? L'ultimo sondaggio di Tecnè per TgCom24 dà altre cifre: «Centrodestra e centrosinistra sono alla pari, solo uno 0,1% li separa». Il Pd è al 31,4%, in crescita. Forza Italia è al 24,1%, calato di un solo punto come il M5S dato al 20,5%.

Gli alfaniani sono stabili al 3,7% così come la Lega Nord. La somma dei partiti coalizzati dà il seguente risultato: centrodestra (Fi-Ncd-Udc-Altri) al 36,8%; di fatto pari al centrosinistra (Pd-Sel-Sc-Altri) al 36,7%. Una morte viva e vegeta.

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