Bari Alle cinque del pomeriggio il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, convoca i giornalisti e annuncia lultimo terremoto che si abbatte sul centrosinistra pugliese. «Sono indagato», rivela il governatore. Che prima si difende assicurando che i suoi «unici interventi, rari, relativamente ai concorsi, sono stati sempre mirati alla raccomandazione che potesse vincere il migliore», e poi attacca: «Mi accusa dice riferendosi a Lea Cosentino, direttore della Asl di Bari e nota come lady Asl una persona animata da forte risentimento nei miei confronti, avendola io licenziata al momento del suo coinvolgimento nelle inchieste sulla malasanità». Insomma, nessun passo indietro. Al contrario, il governatore si dichiara «assolutamente sereno, come sempre in passato, perché ogni mia azione precisa è stata sempre improntata a garantire la trasparenza».
In passato Vendola si era già dovuto difendere nellambito di in unaltra inchiesta sulla gestione della sanità pugliese e in particolare sulle nomine di dirigenti e primari. Il governatore, accusato di tentata concussione, era rimasto coinvolto negli accertamenti che hanno invece travolto lex assessore regionale alla Sanità, Alberto Tedesco. Ma al termine delle indagini, nel marzo del 2010, i pm chiesero larchiviazione per il presidente della Regione. Listanza fu accolta dal giudice per le indagini preliminari Sergio Di Paola.
La gestione della sanità pugliese è da tempo al centro di una serie di scandali che si sono abbattuti sul centrosinistra. Linchiesta principale è quella condotta sullex assessore regionale Alberto Tedesco, ex senatore del Pd adesso nel gruppo misto, per il quale la Procura ha chiesto larresto, negato dal Parlamento. Nei confronti del parlamentare il Riesame e la Cassazione hanno stabilito però la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari. Ma non è tutto.
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