«Io, statista»: ora Monti si sente De Gasperi

«Io, statista»: ora Monti si sente De Gasperi

RomaÈ la «cattiva sindrome del breve termine» che ha reso miope sia l'economia che la politica, che devono «procedere insieme», senza che l'una guidi l'altra, risponde Mario Monti al direttore dell'agenzia russa Itar Tass che lo intervista in occasione del viaggio a Mosca (che prosegue oggi, incontro con Medvedev e Putin). Subito dopo, il premier italiano cita la frase di Alcide De Gasperi: «Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni». Anche se il rischio è alto, e Monti lo dice pensando non tanto a De Gasperi quanto a se stesso e alla scarsa popolarità dei suoi provvedimenti: «Nel mondo di oggi quasi tutte le decisioni importanti hanno un immediato effetto negativo, mentre gli aspetti positivi si verificano solo nel tempo. Ma se un politico non guarda avanti, corre il rischio di prendere decisioni sbagliate». I difetti dei politici di professione sembrano essere simili a quelli degli italiani, un popolo che Monti descrive al giornalista russo come ambivalente. «Gli italiani hanno fantasia, gusto, capacità di sopportare i problemi personali e famigliari, ma non sono forti nello “spirito di squadra”, qualità che invece hanno altre nazioni».
L'incarico di guidare un governo tecnico è «un onore e un enorme carico di responsabilità». Qualcosa che non aveva cercato, anzi che gli procura «una sensazione molto strana», ma «succede nella vita di ottenere cose che non ti aspettavi». Un mandato a termine, perché nel 2013 ci saranno «nuove elezioni che determineranno un nuovo governo, e mi auguro che i partiti politici saranno in grado di assumersi la piena responsabilità» di governare. Monti però non uscirà di scena, lo dice lui stesso: «Rimarrò senatore a vita, e da quella posizione potrò osservare la vita del Paese e lavorare ancora per esso». L'italia comunque poggia su «fondamenta forti». «Anche se è vero che abbiamo un elevato debito esterno, è anche vero che il livello del debito privato dei cittadini è uno dei più bassi in Europa, grazie a decenni di risparmi delle famiglie italiane. Il 150° anniversario è stata un'occasione importante per ricordare le tappe della storia del paese, in particolare alle giovani generazioni, per capire cosa significa essere italiano. Queste celebrazioni sono diventate una sorta di ponte tra passato e futuro». L'euro non è in discussione, certo sta vivendo «problemi gravi», ma la moneta unica è spesso più stabile del dollaro. L'eurozona e l'Europa ne usciranno, con l'obiettivo di realizzare una «politica comune che garantisca la crescita economica, con disciplina finanziaria».
Gli chiedono quale è il piatto tipico italiano che preferisce, e Monti resta fedele alla sua Lombardia citando «il risotto allo zafferano», «l'ossobuco», «il panettone», e «un esempio di integrazione europea» sotto forma di pietanza che è la cotoletta alla milanese, identica alla Wiener Schnitzel austro-ungarica: «Se volete, è un filo invisibile tra La Scala e l'Opera di Vienna». Come consigli per i turisti russi fuori dalle rotte solite il premier consiglia due città: Assisi e Ravenna.
Il viaggio di Monti a Mosca, il primo, servirà a rilanciare le numerose partnership economiche tra Italia e Russia. Ieri sera il premier ha cenato, ospite dell'ambasciatore Zanardi Landi, con diversi manager che rappresentano il business italiano in Russia, dove operano più di 500 nostre aziende. C'è una «interdipendenza e complementarità delle nostre economie».

Frutto anche, secondo Monti, di una «comune radice cristiana ed europea». Riflessioni condivise col Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, che ha molta fiducia in Monti: «Farà tutto il possibile per alleviare le sofferenze del popolo e la situazione di crisi economica».

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