diS ul sito internet della Ragioneria generale dello Stato, tra migliaia di tabelle, relazioni, rendiconti, appaiono anche le Pagine gialle della finanza pubblica che spiegano dove cercare i dati. Vuoi sapere quanto spendono stato e regioni, se ci sono risorse a sufficienza, quant'è il Pil? Qualche clic ed ecco la risposta. Manca tuttavia una domanda: quante tasse pagano gli italiani? Quanti tributi, imposte, accise, gravano sui contribuenti? Qual è il loro numero e come si chiamano? Forse non lo sa nemmeno lui, il contabile che redige il bilancio.
UNA GIUNGLA DI CIFRE In Italia vigono 1.800 leggi fiscali. Tra quadri da compilare e istruzioni, i 76 modelli di dichiarazioni dei redditi annoverano oltre 1.500 pagine. Gli F23 ed F24 per versare le imposte prevedono 1.100 codici tributo diversi. Il bilancio dello Stato elenca circa 250 voci principali, piene però di «altri tributi» indistinti. L'annuario Istat raggruppa 38 «macrotributi». Manca l'elenco dettagliato, voce per voce, di ogni singola imposta incassata dallo Stato. A esse va aggiunta la giungla di balzelli locali nascosti in bollette e buste paga. La galassia fiscale italiana è un inno alla fantasia tassatrice. La quale però non ha ancora concepito un compendio trasparente che renda noto quante mani si infilano nelle tasche degli italiani.
UCCISI DALLE ACCISE Le tasse più famose sono Irpef (redditi delle persone fisiche), Ires (redditi delle imprese), Iva (circolazione dei beni). Un capitolo consistente, anche come gettito, riguarda le accise sugli olii minerali: petrolio, benzina, cherosene, gasolio, gas metano, nafta. Le accise sono numerosissime; una quindicina di voci riguarda solo la benzina, dalla guerra di Abissinia a vari terremoti, dalla crisi di Suez al Vajont, dalle missioni militari in Libano e Bosnia all'acquisto di eco-bus. Le accise colpiscono una vastità di beni: alcolici (distillati, birra, vino), energia elettrica, carbone e bitumi, fiammiferi. Altre imposte gravano sui generi di monopolio come i tabacchi lavorati e le attività di gioco (lotto, lotterie, concorsi pronostici, scommesse, giochi di abilità).
I SEGRETI DELLE PERIFERIE Le regioni incassano l'Irap, l'addizionale Irpef e le tasse automobilistiche oltre a una miriade di piccoli tributi semisconosciuti come l'imposta sulle concessioni dei beni del demanio, la tassa sulle concessioni regionali, quella per l'occupazione di spazi e aree di proprietà regionale, ulteriori imposte su benzina, gas ed energia elettrica casalinga, un'addizionale (Arisgam) all'imposta erariale di consumo sul metano, il tributo speciale per il deposito di rifiuti solidi in discarica, la tassa per il diritto allo studio e l'imposta sul rumore degli aeromobili.
Fantasia al potere anche in comuni e province. Ai municipi vanno parte della neonata Imu, addizionali su Irpef e consumi elettrici, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tarsu), i contributi per le opere di urbanizzazione, le imposte su pubblicità e affissioni, la tassa di occupazione del suolo pubblico e la nuova Tares sui servizi comunali (illuminazione, polizia urbana, anagrafe). Qualcuno ha introdotto una tassa sul possesso dei cani.
Ancor meno conosciute sono le tasse a favore delle province. A parte l'ennesima addizionale Irpef e l'Ipt sull'immatricolazione di veicoli, le province incassano il tributo per l'esercizio delle funzioni di tutela protezione e igiene ambientale, l'imposta sull'erogazione di gas ed energia elettrica a uso domestico, un'addizionale sul consumo elettrico delle attività produttive e i proventi delle tasse sulle assicurazioni Rca.
GHIGLIOTTINA SULLE IMPRESE Crisi o non crisi, le tasse sulle attività economiche si moltiplicano. Si comincia alle dogane, che riscuotono imposte su beni provenienti da Paesi extracomunitari. Prelievi comunitari colpiscono i prodotti agricoli. Si paga l'Iva sulle importazioni oltre a sovrimposte di consumo e di confine. Le imprese devono aggiungere i contributi sociali e i versamenti a Inail e Camere di commercio. Esistono imposte sulla rivalutazione dei cespiti aziendali e in certe zone si versano ancora i contributi per opere di bonifica.
BOLLI, REGISTRI, CONCESSIONI Se si eredita una proprietà si paga l'imposta sulla successione. Se il bene viene regalato, si paga ugualmente l'imposta sulla donazione. Ogni annotazione su pubblici registri ha la relativa tassa: compravendita di beni, affitto di case e negozi, costituzione di società, quietanze, procure, contratti di lavoro. Il bollo va apposto su cambiali, atti notarili, scritture private riguardanti contratti, documenti sul movimento di valuta, conti di amministratori pubblici e curatori, richieste alla pubblica amministrazione. Se si compra casa bisogna aggiunge l'imposta catastale (per annotare la voltura), quella ipotecaria (iscrizioni, trascrizioni, cancellazioni e altre formalità sui pubblici registri immobiliari) e le tasse notarili. Il mare di tasse per le concessioni governative è sterminato: oltre al rilascio o al rinnovo di concessioni, si paga per ottenere autorizzazioni, licenze, visti; per numerare e bollare registri o documenti societari; per avere il passaporto, la patente automobilistica e nautica, il porto d'armi; per chiedere un brevetto e l'iscrizione agli albi professionali o verificare le caratteristiche dei metalli preziosi. Aggiungiamo le tasse scolastiche e universitarie, il canone Rai e quello sui telefonini.
LA VITA QUOTIDIANA Sul turista gravano la tassa di soggiorno e quelle aeroportuali. Sul precario della scuola i contributi per partecipare ai concorsi. Chi fa un incidente deve pagare per avere copia del rapporto di polizia. Paga chi perde una causa in tribunale o chiede l'intervento di un giudice.
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