Italicum, Forza Italia inchioda il Pd

Sulle riforme i democrat prendono tempo, l'ira degli azzurri. Scintille Toti-Cicchitto: "Ringhia ma non morde", "Sei un lacché"

Italicum, Forza Italia inchioda il Pd

Berlusconi non molla: le riforme le vuole davvero. Ma vere. E soprattutto che siano secondo i patti. Ecco perché Forza Italia continua a giocare la partita tesa a smascherare Renzi che, sulla legge elettorale, s'è rimangiato la parola. «È il Pd che manda la palla in tribuna perché è diviso, non noi». Questo il pensiero del Cavaliere che benedice il braccio di ferro col premier sull'Italicum e sul nuovo Senato. Sull'Italicum non si molla: se non si approva prima, almeno se ne discuta contestualmente al progetto del nuovo palazzo Madama. Infatti, ieri, in Commissione Affari costituzionali del Senato, Forza Italia ha fatto la voce grossa sul calendario: il testo già approvato alla Camera sulla legge elettorale entri nella più ampia discussione della riforma del Senato, in quota di disegno di legge di minoranza. Ossia: che sia un obbligo discutere e votare tutto assieme. Se ne parlerà nel prossimo ufficio di presidenza ma questi erano i patti e i patti vanno rispettati. Una partita che mette in difficoltà il Pd, lacerato al suo interno. Sul tema il Cavaliere tiene duro, sebbene non veda l'ora di sedersi al tavolo col premier per disegnare e correggere la bozza di riforma, su cui il Senato comincerà a lavorare il 15.

Nell'attesa del faccia a faccia con Renzi, Berlusconi lavora alle liste per le Europee anche se il nulla osta non ci sarà prima del verdetto del tribunale di Milano. Nel mentre scoppia l'ennesima lite con gli alfaniani. La scintilla è un'intervista rilasciata a Franco Bechis da Giovanni Toti il quale, parlando dell'Ncd, dice: «Temo che siano un po' come quei cani piccoli che abbaiano tantissimo e ringhiano perché sostanzialmente hanno paura».

Non l'avesse mai detto. Nel giro di qualche ora è Fabrizio Cicchitto a dettare alle agenzie una nota al vetriolo: «Non c'è niente di peggio dei maggiordomi che cercano di fare la voce grossa per darsi un contegno e svolgere un ruolo superiore al loro livello. È il caso del dottor Toti che insulta in modo volgare Alfano e il Ncd», dice Cicchitto che poi affonda: «Ci auguriamo che Berlusconi abbia qualcosa di meglio da mettere in campo per attaccarci. In effetti, su questo terreno, Daniela Santanchè sa svolgere un ruolo di provocazione politica molto meglio di questo mediocre lacchè».

Botte da orbi, insomma. Ma Berlusconi non se ne cura e pensa alle liste che, in qualche caso, sono fonte di grattacapi. In Campania, per esempio. Qui, per motivi prettamente locali, è in atto da tempo uno scontro tra l'ala che fa riferimento al governatore Caldoro e i fedelissimi di Cosentino. Sette consiglieri regionali cosentiniani, che chiedono un rimpasto in giunta per avere più peso, guidano la fronda e di recente hanno partorito Forza Campania. Una scissioncina con l'obiettivo di arrivare a una sorta di federazione azzurra. Il coordinatore di Fi campano, Domenico De Siano, stremato dalla fronda, strappa quindi al Cavaliere una nota per mettere ordine nel partito.

Nota che sa di ultimatum: «Non si può fare parte di Forza Italia e militare contemporaneamente in un altro partito. In Fi non possono esserci correnti, rivendicazioni territoriali, ambizioni personali, così come invece sta avvenendo in Campania con il movimento “Forza Campania” che dichiara di aderire a gruppi diversi da Fi in Campania e di essere invece con Fi a livello nazionale.

Forza Italia è una». Ma un fedelissimo berlusconiano come Amedeo Laboccetta minimizza: «La vista attrattiva di Berlusconi è la più forte. Remeranno tutti nella stessa direzione e la Campania farà la differenza alle Europee».

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