L'APERTURA ALLA LEGA «Maroni ha la mia stima Spero si trovi il modo di galleggiare insieme»

RomaFini? No, Gianfranco no, per lui la porta è chiusa. «La sua storia con il centrodestra è finita». Il Prof nemmeno. «Per noi l'ipotesi di un Monti-bis non esiste, non vogliamo accordarci con la sinistra». Le Lega forse, chissà. «Maroni gode della mia personale stima oltre che amicizia. Spero che si trovi il modo di galleggiare insieme e non uno contro l'altro». Sì invece, ovviamente, al Cavaliere. Ma che futuro avrà Silvio Berlusconi nel Pdl? Padre nobile? Pensionato di lusso? Angelino Alfano prende una copia di Repubblica e indica i nomi sotto la testata. «Eugenio Scalfari è il fondatore, Ezio Mauro il direttore». Bella risposta. «Ma non l'ho preparata, sono un ragazzo sveglio».
Questi in sintesi i punti cardinali della mappa che Alfano squaderna in tv all'ora di pranzo, intervistato da Lucia Annunziata. Una cartina dalla quale, oltre al Cav, potrebbe sparire il Pdl. «Per traguardare una fase nuova, potremmo decidere di cambiare nome e simbolo». Nessun dubbio invece per le primarie. «Si faranno - sostiene il segretario - celebreremo questo grande sforzo democratico, che per noi ha un'importanza epocale, storica, Non mi spaventa il sondaggio del Giornale, la gente saprà scegliere». Nessun ripensamento. «Mi sono battuto tanto per ottenere questo risultato e non è un capriccio. È la strada più faticosa. Se sarà un dibattito civile ci guadagneremo tutti, ma nessuno si aspetti da me morbidezza. Per comodità mia avrei potuto accettare il ruolo di successore ma la cosa migliore è mettersi sempre in discussione. Voglio essere sottoposto al giudizio del popolo perché non è giusto essere designati, occorre essere eletti. Ricordiamoci di quanto è successo in America. Quattro anni fa, senza le primarie, non ci sarebbe stato Barack Obama, l'apparato del partito democratico aveva scelto Hillary Clinton».
Con Berlusconi, giura, tutto bene. «Rifiuto le ricostruzione secondo le quali se discutiamo tra di noi siamo una caserma e se non discutiamo siamo asserviti». E pazienza se il Cavaliere ogni tanto sembra un po' scettico nei confronti delle consultazioni interne. «Ricordo che ai primi di giugno le primarie furono lanciate proprio da Berlusconi durante un ufficio di presidenza, che le ha rilanciate a ottobre con un comunicato sia testuale che video e che dopo il voto in Sicilia le ha ribadite nell'intervista per il libro di Bruno Vespa». Metterà in piedi una sua lista? «L'altro giorno - risponde - ha detto di no e io sto alle sue parole. Non ho nessun motivo di non credergli». Darà spazio alla figlia? «Marina è una donna di tenace concetto, come diceva Sciascia, ma non so se farà politica. Lei dice di no»,
E dopo le primarie, uno sguardo alle alleanze. Nonostante le avances del presidente della Camera, il segretario esclude clamorosi ritorni di fiamma. «Io sono stato sempre attento ai commenti degli amici e seguendo Twitter mi sono definitivamente convinto che la storia di Gianfranco con l'elettorato di centrodestra è chiusa. Lui fa un gioco assolutamente strumentale mentre io sono stato chiaro: nessuna alleanza con il Pd. Lui può promettere la stessa cosa? È in grado di esclude un accordo con Bersani?».
Inutile dunque che Fini e Casini impongano delle condizioni per un riavvicinamento. «Il centro - spiega - non ha i numeri per vincere. Un Monti-bis per noi è un'ipotesi che non sta in piedi. Non per Monti, per carità.

Lui è un uomo d'onore, io lo stimo, e manterrà l'impegno di non schierarsi con nessuno dei partiti che ora lo sostengono. Credo però che la democrazia italiana abbia bisogno di un governo stabile, scelto dal popolo». E se poi vince Bersani, che succede? «Governa lui. Io sono un tipo sincero, credo nella democrazia».

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