L'Italia si sta sfasciando e Renzi suona la sveglia: "State perdendo tempo"

Il sindaco mette paura ai partiti: "Siamo agli sgoccioli". Cgil e Confindustria d'accordo, solo Bersani non se n'è accorto

Matteo Renzi, sindaco di Firenze
Matteo Renzi, sindaco di Firenze

Roma - Finalmente parla. Matteo Renzi, il panchinaro più famoso d'Italia. Rompe il silenzio, il sindaco di Firenze. Abbatte il muro dell'attesa e della resistenza fin qui edificato per non essere sleale a Bersani e al suo partito. Parla di fronte alla Camera del Lavoro del capoluogo Toscano. E lo fa proprio in nome del lavoro, della crisi profonda che continua ad abbattersi sul Paese mentre a Roma si aprono tavoli e si aspettano i saggi, mentre «si perde tempo», scandisce l'uomo del futuro del Pd, che il Pd non vuole: «Stiamo vivendo una situazione politico istituzionale in cui stiamo perdendo tempo». Lo dice così, un colpo al cuore dei suoi compagni democratici. L'Italia si sfascia e nessuno si muove. Sembra la prima pagina del Giornale di ieri. Ed è lo stesso allarme lanciato in uno studio della Cgia di Mestre: dall'inizio della crisi sono fallite 15mila imprese a causa dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione. I posti di lavoro persi per questo motivo sarebbero sessantamila. Il tempo per le imprese, ha proseguito Renzi, «è scaduto». Tante aziende «sono sull'orlo della fine». Alla politica servono «credibilità e risposte sul lavoro». Bisogna «prendere atto che la clessidra è agli sgoccioli».

Ma di questo non sembra accorgersi chi a Roma prova a imbastire un governo da oltre un mese: «La Repubblica fondata sul lavoro rischia di essere fondata sulla rendita o bloccata dal lavorio di chi crede di potersi permettere altri ritardi». Non fa nomi, il sindaco, ma è impossibile escludere dalla sua critica il suo stesso partito e l'attuale leader Bersani, è anzi la sua una sferzata all'uomo che più di tutti ha dato l'impressione diffusa di perdere tempo, fino all'ultimo: «La politica che non sa correre - ha quindi concluso Renzi - produce soluzioni che non riesce a concretizzare».

Su questo tema si crea un'alleanza inedita. Il segretario della Cgil, Susanna Camusso, dà ragione a Renzi: «Non c'è dubbio che si sia perso tempo, il tema è quello di rimettere al centro il lavoro». Anche se la segretaria cigiellina legge la perdita di tempo come legata soltanto al periodo «in cui si è pensato che si potesse negare l'esistenza della crisi, che si potesse dire che l'austerità bastava a rimettere a posto il Paese». Ma ormai nessuno può più negarlo: bisogna fare in fretta.

Timidamente, anche dal Pd si levano voci di approvazione. Francesco Boccia: «Renzi ha ragione. O si firma un armistizio collettivo per un esecutivo credibile, o altrimenti voto subito». Siamo rimasti fermi, «inchiodati» alla «notte del 25 febbraio» e «40 giorni sono passati invano». Ma gli altri stanno zitti, o difendono il partito: «Stiamo facendo quello che detta il presidente della Repubblica», risponde Gianclaudio Bressa. Loda Renzi anche Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo: «Fuori dal pantano subito». Condivide ovviamente il Pdl, anche se, sottolinea Renato Brunetta, il sindaco «ha ragione, ma lo dica a Bersani».

La stessa scossa alla politica è comunque arrivata dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. Un appello come un ultimatum: «C'è un senso di disperazione che sta affliggendo tanti imprenditori. Serve un segnale forte per poter pensare ad una ripartenza».

E quando poi, ieri, è stato rinviato il consiglio dei ministri che avrebbe dovuto sbloccare i debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle aziende, l'associazione degli imprenditori è tornata alla carica con il vicepresidente, Ivan Lo Bello, che su Twitter ha voluto rilanciare «il pressing di Renzi: stiamo perdendo tempo».

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