L'ultimo guaio di Grillo: perde il super assessore

A Parma lascia Capelli, "sindaco ombra" che doveva risanare il maxi buco nei conti. Il comico, dalla Sardegna, mette in rete il solito ritornello: "Casta colesterolo d'Italia"

L'ultimo guaio di Grillo: perde il super assessore

Lui dalla Sardegna lustra il boccaglio per respirare meglio. L'altro da Parma stacca la spina alla Giunta e si dimette. Sul buen retiro «smeraldo» di Beppe Grillo, a pochi giorni dalla sua seconda convocazione al Quirinale, si abbatte una tegola a cinque stelle che vale la credibilità dell'intero Movimento. Perché viene da Parma, il primo capoluogo espugnato dai grillini a colpi di slogan e promesse che oggi si stanno sgretolando, insieme al dietrofront del primo assessore pentastellato.

Gino Capelli, commercialista 49enne, titolare delle deleghe al bilancio ha detto basta. La sua avventura grillina si conclude dopo un anno e un mese esatti. Lo scorso giugno fu il primo a essere nominato, nella lunga gestazione della squadra di Pizzarotti: oggi è il primo ad andarsene. Considerato il «sindaco ombra», per l'importanza del suo ruolo in una città che proprio sul risanamento di un debito di 800 milioni di euro aveva basato il suo new deal, Capelli ha da subito parlato poco e fatto molto di conto. Schivo ai limiti dell'ermetismo, la sua ricetta di austerity quasi cistercense, non ha mai convinto e, in pochi mesi, ha scontentato tutti in una città abituata a largheggiare.

Nella compagine grillina, un impasto misto di debuttanti in politica, Capelli spiccava per capacità e professionalità: uno studio avviato, un curriculum con all'attivo alcuni casi nazionali come l'aver curato il fallimento della Guru di Matteo Cambi e aver contribuito a «scoperchiare» l'affaire Parmalat. Ora, mentre a Roma si consuma quotidianamente la cronaca della diaspora a cinque stelle, fra chi viene epurato e chi sceglie di andarsene, anche a Parma le crepe nel Movimento si fanno più profonde e il «contabile» di Pizzarotti sceglie di tornare alla calcolatrice e all'«oblio» della sua professione, spegnendo le luci della ribalta politica. Alla base della sua decisione sarebbero ragioni personali che rendono inconciliabile la sua attività professionale con il ruolo di assessore. Insomma, tornare a fare il commercialista è meglio che passare alla storia come «esperimento» grillino. Bando, dunque, all'impegno civico sbandierato un anno fa: forse il meno grillino degli assessori di Pizzarotti è il primo a ricredersi e a decidere di abbandonare la barca con le sue falle di bilancio. Un'altra tegola cade sul movimento Cinque Stelle, ma il leader genovese che sembra prenderla con filosofia, visto che si sta godendo le vacanze, che nelle sue priorità vengono prima, anche dell'incontro con il capo dello Stato.

Il sindaco Federico Pizzarotti ha provato a minimizzare la notizia con un tweet notturno, dal gusto escatologico: «Ciao, grazie Gino». Ma la sua spiegazione, invece che tranquillizzare, semmai ha esasperato i toni. Sì, perché il sindaco respinge la teoria che ci fosse una frattura con il suo assessore, ma ricorda che da mesi Capelli intendeva lasciare. Già pronto il nome del sostituto: è il docente universitario Marco Ferretti, 43 anni, in passato consulente della giunta di centrodestra.

La scelta del successore è avvenuta nell'ombra e non come imporrebbe il «Grillo-pensiero», attraverso l'analisi condivisa di nuovi curriculum. Il tutto con buona pace di «re Beppe» che ancora ieri dal suo blog definiva l'Italia una «foresta pietrificata» passando all'ennesima invettiva contro le caste, definite «colesterolo nelle vene di una Nazione».

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