RomaL'asso di Passera? Abbassare le tasse. Sembra uno scherzo, un gioco di parole, invece è «un progetto preciso» del governo. «Noi - spiega il ministro dello Sviluppo - vogliamo creare le condizioni perché si possano ridurre le imposte». Subito? No, non fatevi illusioni, il taglio fiscale può essere messo in cantiere solo «dalla prossima legislatura». Prima c'è un lavoro da fare, «dobbiamo evitare l'aumento dell'Iva in maniera strutturale: l'abbiamo già rimandato a luglio, ora ci impegniamo a scongiurarlo del tutto». Nemmeno questa sarà un'impresa facile, visti i conti pubblici e il Pil a -2,4 per cento. E la prossima settimana il governo dovrà trovare 6,2 miliardi da inserire della legge di stabilità. Qualcosa forse, chissà, riuscirà a tirarla fuori tagliuzzando nella giungla delle agevolazioni.
Corrado Passera ha comunque calato l'asso. Giovedì il mezzo annuncio, poi smentito, di Mario Monti, che «non esclude di individuare un percorso» per ridurre il gettito entro la fine della legislatura, ora le aperture del ministro dello Sviluppo: siamo già in campagna elettorale? L'argomento si presta, è davvero molto popolare. Del resto, a chi piace pagare le tasse? Non certo a quelli che a Verona hanno messo una bomba davanti agli uffici di Equitalia. Nemmeno a Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria: «Gli italiani sono al limite della sopportazione». Forse a nessuno, se perfino Attilio Befera, presidente dell'Agenzia delle Entrate, ammette che ormai la gente quando pensa che i tributi servano per pagare le jeep e le vacanze di Batman.
Il sospetto diventa mezza certezza quando il sottosegretario all'Economia Vieri Ceriani, davanti alla commissione Finanze della Camera, apre uno spiraglio sulla possibilità di una diversa distribuzione del gettito Imu tra Stato e comuni entro l'anno e su un ipotetico anticipo del fondo taglia-tasse al 2013. Due le soluzioni allo studio: «Da un lato - spiega Ceriani - una perequazione orizzontale, con il trasferimento di parte del gettito dallo Stato al fondo di riequilibrio, dall'altro la destinazione diretta di una quota derivante dall'Imu al fondo perequativo stesso». Si tratta in pratica di una partita di giro, perché in ogni caso i soldi non torneranno nelle nostre tasche. Ma vuoi mettere l'effetto-annuncio?
Stessa storia per la lotta all'evasione. Il 2011 è andato benissimo, come si legge nel rapporto appena arrivato dal Tesoro al Parlamento. Il numero degli interventi è sostanzialmente invariato ma il «bottino» è molto più ricco del solito: 30,8 miliardi è l'evasione accertata, segno che i controlli sono diventati efficacissimi e «hanno raggiunto il 95% di positività». Ma l'Iva, nel periodo gennaio-agosto 2012, è in calo dell'1,3%, pari a meno 913 milioni, per colpa della contrazione dei consumi. E le entrate erariali, sempre negli stessi mesi di quest'anno, sono cresciute del 4,1%, cioè di quasi dieci milioni e mezzo di euro. Dunque, altro che calare, per ora le tasse crescono. «Se il governo non ridurrà le imposte - dice ancora Squinzi - perderà la sua credibilità».
Poi c'è il pacchetto «Trasforma Italia» varato l'altra sera da Palazzo Chigi. Un altro provvedimento elettorale? Passera, a Radioanch'io, lo nega. «No, è una forzatura - sostiene - le cose che abbiamo portato in Consiglio dei ministri e che presenteremo in Parlamento vengono a valle di sei-otto mesi di impegno. Per i progetti dell'azienda digitale sono mese e mesi che una cabina di regia lavora con tutti gli altri ministero». La campagna, giura, non c'entra nulla.
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