Metà dei Comuni alza l'Imu: prosciugate le tredicesime

Metà dei Comuni alza l'Imu: prosciugate le tredicesime

Milano Domani e poi sarà finita. Uno dei «tormentoni» del 2012 (ma purtroppo non si tratta del solito ballo estivo), l'Imu, finirà di salassare gli italiani per dar loro l'appuntamento nel 2013 e nel 2014. Salvo «svolte» elettorali molto improbabili visto che l'Europa ha gradito le manovre tutte tasse e niente tagli.
Domani, dunque, e poi sarà finita. Perché è l'ultimo giorno utile per versare il saldo dell'imposta municipale (ma il 30% se lo porta via lo Stato) sugli immobili. Con tanto di coda allo sportello bancario o all'ufficio postale. Gli italiani pagheranno i restanti 14,5-15 miliardi che mancano all'appello. La maggior parte delle stime di gettito, infatti converge attorno ai 24 miliardi di euro (3 miliardi in più delle attese sia per la Cgia di Mestre che per la Uil), mentre la Confcommercio prevede un incasso di almeno 28 miliardi.
In ogni caso, si tratterà di un vero e proprio «salasso». La Consulta dei Caf, esaminando le varie delibere, ha infatti evidenziato che, rispetto all'acconto di giugno (pagato con l'aliquota base dello 0,4% sulla prima casa), il 28% circa dei Comuni ha aumentato il prelievo. Tra questi ben 257 (il 3,2% del totale) ha optato per l'aliquota massima dello 0,6% con Catanzaro, unico capoluogo di Regione a figurare nell'elenco. Peggio ancora per le seconde case: il 56% dei municipi ha alzato il prelievo (dallo 0,76% minimo). Quasi uno su dieci (8%) lo ha elevato al tetto massimo dell'1,06 per cento. C'è infine il caso dei Comuni che hanno fatto en plein con aliquota massima su prima e seconda casa. Ecco l'elenco dei magnifici sette capoluoghi: Agrigento, Alessandria, Caserta, Messina, Parma, Rieti e Rovigo. Non c'è distinzione tra Nord e Sud. Così come non c'è distinzione nel sistematico «no» alle detrazioni. A parte i 200 euro «base» per la prima casa e i 50 euro per ogni figlio sotto i 26 anni (fino a un massimo di 400 euro), si registra solo un 56% di Comuni che hanno abbassato l'aliquota per la prima abitazione degli anziani residenti in una casa di riposo che non l'abbiano affittata o non ne abbiano concesso l'uso a un parente.
Domani e poi sarà finita, perciò. L'imposta, però, lascia una spiacevole scia dietro sé: renderà il Natale «più povero». Secondo la Uil, il saldo eroderà il 42% della tredicesima. La Cgia di Mestre ha invece stimato che quest'anno la quota di mensilità extra da dedicare alle spese natalizie scenderà al 17% dal 22% del 2011. D'altronde, come ha evidenziato la Cgil, tra prime e seconde case si rischia di dover pagare fino a 3mila euro. La disponibilità residua per fare qualche regalo e per godersi il cenone sarà minima.
Anche a Milano, nonostante l'aliquota sulla prima casa sia quella più bassa (0,4%). Chi avrà versato 308 euro nel caso di un immobile categoria A2 (abitazione di tipo civile) di 70 metri quadri in zona semicentrale vedrà confermata la cifra in sede di saldo. Per le seconde case i milanesi arriveranno a pagare anche oltre 2mila euro. Peggio andrà per i romani, aggiunge la Cgil, un immobile A2 da 70 metri quadri pagherà 512 euro di saldo per un totale di 820 euro. Per un appartamento della stessa metratura di categoria A3 (economico), la seconda rata raddoppierà passando da 204 a 355 euro. Conto salatissimo per le seconde case nella capitale: 2.161 euro per un A2 e 1.608 euro per un A3. A Torino che ha elevato l'aliquota allo 0,575% il saldo sarà più che raddoppiato (396 euro) per un conto totale di 561 euro.


Con la legge di Stabilità in attesa di approvazione l'anno prossimo cambierà solo la dislocazione del gettito: a parità di entrate, i Comuni avranno 7 miliardi in più e lo Stato incamererà solo quanto versato da chi possiede un capannone industriale. Anche questo è federalismo. Da domani ci sarà qualche mese per dimenticarsene.

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