Il ministro degli Esteri di Delhi adesso frena sulla linea dura

Il ministro degli Esteri di Delhi adesso frena sulla linea dura

Il ministro degli Esteri indiano, Salman Khurshid, sembra invocare una linea meno dura con l'Italia sul caso dei marò. Ieri, in un'intervista televisiva, ha messo le mani avanti: il pugno di ferro comporterebbe «sacrifici» anche per New Delhi. «Le decisioni non possono essere prese nel vuoto, bisogna guardare a tutte le implicazioni, all'intensità delle relazioni del passato e all'atteggiamento degli altri Paesi», ha sostenuto il responsabile della diplomazia indiana. Si riferisce alle possibili rappresaglie per il mancato rientro in India di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. E poi ha aggiunto, secondo la televisione Ndtv: «Ogni scelta comporta anche sacrifici. Se si assume una posizione, si deve essere poi pronti a pagarne il prezzo».
La Corte suprema indiana ha intimato all'ambasciatore italiano, Daniele Mancini, di non lasciare il Paese in spregio all'immunità diplomatica. Lunedì si terrà la prima udienza a Delhi contro Mancini, «colpevole» di aver firmato un affidavit, a nome del governo di Roma, che garantiva il rientro in India dei marò dopo quattro settimane di permesso concesse per votare in Italia. In India circolano strane interpretazioni: secondo una fonte del Giornale la Corte potrebbe non considerare l'immunità, riconosciuta solo dal governo, e in qualche maniera punire l'ambasciatore per non aver rispettato l'affidavit.
Martedì prossimo i giudici emetteranno una sentenza sul caso sollevato dal procuratore generale dell'India in vista della scadenza, il 22 marzo, del permesso concesso ai marò. Secondo l'Alto rappresentante della Politica estera Ue, Catherine Ashton, «sono in corso colloqui tra Italia e India e dobbiamo vedere come vanno». L'Unione Europea ancora una volta non prende una posizione netta difendendo l'ambasciatore di uno Stato membro e fondatore come l'Italia. Però continua a «sperare che una soluzione reciprocamente accettabile possa essere trovata attraverso un negoziato».
A Roma si temono ritorsioni sui visti e contro le aziende italiane. In realtà l'Ue potrebbe fare molto. Cristiana Muscardini, vicepresidente di una Commissione economica del Parlamento europeo, ha chiesto «la sospensione immediata dei lavori per l'accordo commerciale Ue-India», cruciale per Delhi. Proprio la Asthon aveva favorito il negoziato per aprire agli indiani il primo mercato d'importazione al mondo entro la fine del 2013.


Ieri sono partiti per l'India i genitori di due connazionali, Tommaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni, condannati all'ergastolo e detenuti da tre anni nel carcere di Varanasi. L'accusa è aver provocato la morte di un loro compagno di viaggio. I familiari sperano che il braccio di ferro con l'India sui marò «non si ripercuota sui due ragazzi».
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