Roma - Assalto al treno di Montezemolo. Sebbene la sua «cosa» non sia ancora partita, sono molti i parlamentari che bussano alla porta di ItaliaFutura. Tutti politici desiderosi di dare il loro contributo e speranzosi di farsi un altro giro nel Palazzo. Dall’entourage di Montezemolo confermano: «Sì, ci cercano in molti. Contatti ce ne sono quotidianamente». Sui nomi, i montezemoliani si trincerano nel riserbo più assoluto. Ammettendo, tuttavia, che il pensatoio «ha bisogno anche di persone esperte del funzionamento di quella complicatissima fabbrica delle leggi che è il Parlamento». Un conto è proporre idee e progetti; un altro è tradurli in provvedimenti che vanno poi incardinati nei lavori d’Aula. Serve gente capace di districarsi nei meandri dei regolamenti e di evitare le trappole politiche che possono scattare durante l’iter di una legge. Porte aperte, quindi, anche se «bisogna stare attenti a chi imbarchiamo - dicono dall’entourage di Montezemolo -. Nessuna preclusione ideologica ma non vorremmo fare da taxi a qualche brontosauro della politica». Come conciliare il volto nuovo con l’uomo esperto? Servono entrambi. In queste ore i contatti si susseguono febbrili, a 360 gradi. Pdl, Terzo polo e anche Pd. Chi sono i parlamentari già pronti a vestire la casacca montezemoliana? Alcuni sono noti: c’è il senatore Nicola Rossi, ex Ds-Pd ora nel gruppo Misto, economista, presidente dell’Istituto Bruno Leoni, alfiere del liberalismo e liberismo. C’è il giuslavorista Pietro Ichino, ex Pc, ora il piddino più odiato dai sindacati per le sue posizioni radical-riformiste su articolo 18 e statuto dei lavoratori. C’è il vecchio liberale Fabio Gava, forzitaliota della prima ora, eletto nelle file del Pdl, molto vicino all’ex ministro Scajola. Gava, assieme a Roberto Antonione e Giustina Destro, è stato fondamentale nel rottamare il governo Berlusconi, sbattendo la porta del Pdl nel novembre del 2011. E proprio loro sarebbero interessati a salire sul vagone di Montezemolo. Giustina Destro, ex azzurra, ex Pdl, ex sindaco di Padova, non ha mai fatto mistero di fare il tifo per il patron della Ferrari. Ma oltre alla Destro ci sono anche lo stilista ed ex berlusconiano Santo Versace; l’ex Fi, ex Mpa, ex Noi Sud, Luciano Sardelli; gli iperliberali Stracquadanio e Bertolini; l’ex Dc, ex Ppi, ex Margherita e ora piddino Gianclaudio Bressa; l’ex democristiano e ora senatore piddino Marco Follini. Insomma, ItaliaFutura sta facendo da calamita un po’ dappertutto: ora si tratta di «filtrare» i corteggiamenti di cui è oggetto.
Nell’attesa di far partire la macchina del nuovo movimento, l’associazione osserva l’evolversi di una situazione sempre più complessa. Il coordinatore nazionale di IF, Federico Vecchioni, giura che «sulla proposta presidenzialistica del Pdl siamo perplessi» ma all’interno dell’associazione sono in tanti a giudicare la carta messa sul tavolo da Berlusconi decisamente interessante. E anche sulle possibili alleanze, ormai si fa fatica a nascondere l’obiettivo. «Associarci a partiti giustamente sfiduciati dai cittadini sarebbe un suicidio», dice Vecchioni. Ma la «cosa» montezemoliana resta bipolarista, sostanzialmente allergica al Terzo polo, e di centrodestra nel Dna. Vecchioni lo dice chiaro: «Culturalmente non siamo compatibili con un Hollande o con la foto di Vasto». Altro dato sulla legge elettorale: sì alle preferenze perché «vogliamo che i cittadini scelgano i parlamentari».
Intanto il sostegno a Montezemolo arriva anche da Briatore che, da Monaco, rivela: «Lo voterei».
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