Monti all'attacco: "È tornata Tangentopoli"

Monti attacca il Cav che aveva difeso Finmeccanica: "Da lui eccessivo provincialismo". Poi difende le toghe e promette di tenere i partiti lontani dalle aziende pubbliche

Monti all'attacco: "È tornata Tangentopoli"

Mentre l'uragano dei pm si scatena sul voto, il famelico Mario Monti si getta contro i partiti colpiti dall'assalto giudiziario in corso e getta benzina sul fuoco facendo il parallelismo con Tangentopoli e evocando il tintinnar di manette per la politica. "Siamo di fronte a qualcosa di molto simile a Tangentopoli, l’evidenza è molto simile la speranza è minore - ha dichiarato il Professore ai microfoni di Agorà su Rai Tre - nel 1992 si pensava che il fenomeno delle tangenti fosse ormai alla fine, invece siamo di nuovo qui". Proprio come fece Antonio Di Pietro, che sulla spinta dell'ondata giustizialista fondò un partito (ormai disgregato nel nulla) e approdò in parlamento, anche il premier uscente tenta la carta giudiziaria per ottenere il consenso degli elettori.

Sebbene i casi Finmeccanica e Ilva dimostrino come le crociate dei pm mandino in fumo migliaia di posti di lavoro aggravando la crisi economica, la spallata giudiziaria in corso a ridosso delle elezioni politiche va avanti. Sempre negli studi di Agorà, ieri mattina, Silvio Berlusconi aveva duramente attaccato i magistrati accusandoli apertamente di autolesionismo dal momento che l'inchiesta che coinvolge Finmeccanica sta facendo danni incalcolabili. "Nel mondo, i nostri gioielli, Eni, Enel e Finmeccanica, quando trattano con gli altri Paesi devono adeguarsi - ha spiegato il Cavaliere - nelle democrazie si fanno gare d'appalto. In Paesi che non sono complete e perfette democrazie, ci sono altre condizioni che bisogna accettare se si vuole vedere il proprio prodotto". A ventiquattr'ore di distanza gli ha risposto Monti schierandosi con la magistratura e accusando il leader del Pdl di "provincialismo". "Che le tangenti esistano in molti paesi è la realtà ma che sia inevitabile lo rifiuto", ha ammesso il Professore sottolineando però la necessità da parte dell'Italia di agire sul piano internazionale. "Vedo nel dibattito in corso un certo provincialismo - ha tuonato il premier - uno che ha governato l’Italia come Berlusconi deve rendersi conto che un paese come l’Italia, che è nel G8, ha il dovere di combattere la corruzione anche a livello internazionale".

In realtà, nell'intervista di ieri ad Agaorà, Berlusconi non ha mai parlato di tangenti ma ha difeso le grandi imprese che, potendo lavorare solo vincendo le gare d'appalto, sono costrette ad adeguarsi ai diversi Paesi in cui decidono di investire. "Non ho mai parlato di tangenti, che sono un reato e in quanto tale vanno puntite", ha puntualizzato, questa mattina ai microfoni di Radio Anch’io, spiegando di essersi limitato a fotografare la situazione delle imprese italiane all’estero.

Monti, però, strumentalizza ad hoc la polemica poer rilanciare la volontà di affrontare il problema della corruzione con provvedimenti sul falso in bilancio per regolare fenomeni come l’autoriciclaggio. "Se saremo ancora al governo - ha promesso il Professore - faremo in modo che la distanza dei partiti dalle aziende pubbliche sia ancora maggiore, disciplinandola anche in maniera legislativa".

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