Monti appalta l'Italia a preti, Fini e Casini

Il premier getta la maschera dell'imparzialità: "Sarò a capo della coalizione centrista". E annuncia: lista unica al Senato, aggregazione di sigle alla Camera

Monti appalta l'Italia a preti, Fini e Casini

La montagna Monti ha partorito un topoli­no targato Prima Repubblica. Il pre­mier, come annunciato ieri sera,sarà in­fatti il candidato nell’ordine di: Gianfran­co Fini, politico di professione e traditore di voca­zione; Pierferdinando Casini, politico di professio­ne, mestatore di indole; Franco Frattini, sciatore di professione e politico per caso; le Acli, tempio del peggiore cattocomunismo; la comunità di San­t’Egidio, prototipo del cattolicesimo affarista lega­to a dopp­io filo con le centrali finanziarie più o me­no occulte europee e con i servizi segreti di mezzo mondo; Luca Cordero di Montezemolo, già assi­stente privato di Gianni Agnelli di cui curava so­prattutto la vita mondana. Riassumendo: il presunto nuovo di Monti è un miscuglio tra il peggio della vecchia politica, preti salottieri e maneggioni, democristiani operaisti, traditori del Pdl miracolati da Berlusconi. Al Sena­to, stando all’annuncio di ieri,si presenteranno in un’unica lista«Agenda Monti»,alla Camera saran­no ognuno per sé e tutti per Monti premier. La mo­rale è che Fini e Casini hanno trovato il fesso, Mon­ti, che mette la faccia al loro centrìno, essendo la lo­ro di tolla e quindi di scarso valore anche elettora­le. L’ambizione sfrenata del senatore a vita ha fatto il resto. Lui pensa di suonare lo spartito ma con due così si ritroverà presto suonato. Lo useranno come bus per non scomparire e poi lo tradiranno, esattamente come accadde con Silvio Berlusconi. È una tentazione, quella di fare il salto della qua­glia, che ha avuto anche Roberto Formigoni, già go­vernatore lombardo e leader della corrente cielli­na del Pdl. Dicono che ci stia ripensando (secondo i maligni non ha trovato sponde sicure) e resti nel Pdl. Ce lo auguriamo di cuore, a patto che non si tratti di un salvagente personale ma di un impe­gno politico valido per tutta la sua area. In queste ore, di cattolici furbetti ce ne sono fin troppi. A parti­re dal cardinal Bertone, oggi montiano, che so esse­re stato uso chiedere con soddisfazione ben più di un piacere all’allora premier Berlusconi.
Gente cinica, da cui è bene stare alla larga.


E comunque vedremo che effetto farà sugli elettori la famosa agenda (dettata dalla Merkel) tutta tasse e recessione. Perché Monti, come si di­ce in questi giorni, è proprio l’emblema delle ban­che: ti frega tutto l’anno e a Natale ti regala una inutile agenda.

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