Roma - Quattro gatti, sette correnti. Ci sono i montiani puri, i montiani ex finiani, i montezemoliani di italia Futura, i cattolici area Sant'Egidio, i cattolici senza Sant'Egidio, i centristi Udc area Cesa e quelli area Casini. Di più, fisiologicamente, non ce ne stavano. E infatti scoppiano, l'atomo si scinde nelle particelle. Dopo l'infuocata assemblea di ieri sera, convocata con urgenza e ira dal prof. Monti per sfiduciare il coordinatore Olivero, reo di intelligenza col nemico Casini, la rottura con l'Udc è questione di ore. Monti non ne può più delle astuzie democristiane dei centristi che hanno di fatto lanciato un'opa per scalare il partitino del Prof, in combutta con gli altri cattolici, da Olivero (Acli) a Riccardi (Comunità Sant'Egidio), ex fedelissimi di Monti. I parlamentari Udc usciranno dal gruppo comune alla Camera e Senato? «Non lo escludo, sono sette (su 47, ndr) alla Camera e 3 (su 20, ndr) al Senato, quindi non è complicato» dice il capogruppo di Scelta civica, montiano anti Udc, Gianluca Susta. Gli udiccini non hanno i numeri minimi per formare gruppi autonomi, e dunque finirebbero nel Misto. Sempre che non riesca la scalata di Casini al movimento di Monti, già azzardata con un convegno al Tempio di Adriano, organizzato dall'Udc ma a cui hanno partecipato i vertici di Scelta civica, Olivero, Dellai, l'ex ministro Balduzzi inclusi, e dove, esplicitamente, si è discusso di come «andare oltre» Scelta civica, con un nuovo partito espressione del Ppe europeo, quindi a matrice cattolica. Insomma, una nuova Udc in formato europeo, con Monti in secondo piano, se non proprio in pensione, e un Casini di nuovo leader. Ovvio che Monti sia andato su tutte le furie. I cattolici della sua Scelta civica lo stanno mollando, per unirsi alla vecchia volpe Casini, in astinenza da leadership? Il timore è questo, anche se Olivero smentisce ogni trama ai danni dell'ex premier: «Assoluta lealtà al presidente». Ma lo sganciamento da Monti è un dato di fatto, e non solo dai cattolici in flirt con l'Udc. Anche Montezemolo si è defilato, con la sua Italia futura che da macchina elettorale al servizio di Monti è tornata ad essere un think tank, con Montezemolo che non gradisce si parli di If come una componente di Scelta civica. Per di più, il direttore di Italia Futura, l'onorevole Andrea Romano, è in rotta di collisione con Monti (e in avvicinamento all'area Renzi). All'ultima riunione Monti ha perso le staffe: «Prof Romano, lei non è più a Italia Futura, non può parlare per conto mio e di Scelta Civica come faceva per il presidente Montezemolo!». A esasperare le lotte intestine nel partitino montiano ci sono le elezioni europee alle porte (primavera 2014). I laici vogliono aderire al gruppo europarlamentare Alde (liberaldemocratico), i cattolici al Ppe. Casini si prepara a lanciare a Chianciano a settembre un progetto nuovo, per cannibalizzare Scelta civica.
Ma la guerra è anche nel microcosmo Udc, tra Casini e il segretario Cesa, che ha dalla sua i deputati e ha marginalizzato «Pierfurby». «Casini vuole lo svuotamento di poteri di Cesa, che nessuno lo segua» avverte il deputato Udc-esiano Angelo Cera. Siamo oltre la scissione dell'atomo, qui siamo in piena antimateria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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