Per molti italiani era il medico che predisse l'immortalità al Cavaliere. Per i catanesi era rimasto «il sindaco», nonostante il buco di bilancio che ha portato la città praticamente al dissesto e che gli ha provocato anche guai giudiziari. Per i colleghi del Pdl, che a valanga ora lo piangono, era l'amico, il gentiluomo pacato sempre pronto a una parola di incoraggiamento.
Se n'è andato a 71 anni, Umberto Scapagnini, farmacologo, per anni medico personale di Silvio Berlusconi, ex sindaco Pdl di Catania ed ex parlamentare. Malato da tempo, ricoverato da una decina di giorni in seguito a un ictus, è morto a Roma, alla clinica San Pietro. Negli ultimi mesi si era aggravato, una recrudescenza del tumore che lo aveva colpito alcuni anni fa e che sembrava essere stato sconfitto. La situazione è precipitata negli ultimi giorni: prima l'ictus, poi un infarto. E ieri, poco dopo mezzogiorno, il decesso.
Un personaggio brillante, Scapagnini. Napoletano d'origine (era nato nel capoluogo campano nel 1941, e a Napoli sarà sepolto nella tomba di famiglia), catanese d'adozione, ha abbinato l'attività accademica (è stato il più giovane professore ordinario d'Italia di Farmacologia medica) a quella politica, prima al Comune di Catania e poi in Parlamento e da eurodeputato. Con Berlusconi sin dal '94, era diventato il medico di fiducia del Cav. Celebre una sua intervista al Corriere della Sera in cui disse: «Silvio tecnicamente è quasi immortale: con il mio elisir ha 12 anni di meno, ha l'attività mentale e sessuale di un cinquantenne». E poi, riferendosi ai nemici del Cav, aggiunse: «Non si illudano, ci seppellirà tutti».
A Catania è stato sindaco per otto anni, dal 2000 al 2008. Ombre sul finale con un buco di 140 milioni di euro ripianato dal governo Berlusconi.
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