RomaUna delle sintesi migliori la fa Giuliano Ferrara: «Qui o si scioglie il partito, come vuole la Santanchè, o qualcuno si deve muovere». E quel qualcuno ha un nome: Alfano. Spetta a lui la mossa, altrimenti sarà patatrac. E il segretario del Pdl risponde al direttore del Foglio e a tutta la truppa pidiellina sempre più allo sbando: «Noi abbiamo la chiara volontà di cambiare il Pdl e di innestare una marcia di ricostruzione del centrodestra italiano - giura - Non staremo fermi. Io non starò fermo». All'annuncio seguiranno i fatti? È quello che si auspicano in molti, con mille sfumature differenti. Parricidio? Strappare il cordone ombelicale con Berlusconi? Nessuno ha il coraggio di dirlo a chiare lettere. Ma il Pdl è una tavolozza di colori tutti mischiati gli uni agli altri.
La tinta più forte è quella dell'ex sottosegretario Daniela Santanchè, la pasionaria che non ha il difetto di parlare paludata. Nei giorni scorsi aveva sparato a zero: il Pdl è peggio della Dc; sono delusa da Alfano; la verità è che il partito che vuole rottamare il Cavaliere. Daniela dixit. Su di lei s'è scatenato il putiferio. Formigoni il più caustico: «Daniela, Daniela, se il silenzio è d'oro, tu che parli senza interruzione, di che materiale sei fatta? Non dirmi banalmente di plastica», aveva twittato. E lei ieri a rispondere a palle incatenate a In Onda, su La7: «Deve fare centomila passi indietro. Gli yacht e le cozze pelose non vanno più bene». Una sciabolata anche su Fini: «Non c'è differenza tra Fini e Fiorito. Perché Fiorito è in galera ma Fini è per certi aspetti più grave. Ha mentito. E da lì nascono i Fiorito. E io vorrei che tutti i parlamentari si alzassero perché il loro presidente ha detto una balla». Per nulla timida nei confronti di Alfano che l'aveva accusata di volere un partito antieuropeo e lepenista. «Lepenista a me? Ricordo che Alfano ha candidato nella sua Sicilia Musumeci, che io stimo, ex Msi, ex Destra». Un caterpillar. E ancora: «Berlusconi ha già fatto il passo indietro. Io mi aspettavo che da Alfano in giù, il Pdl avesse detto: Anche noi ci azzeriamo. Così non è stato. La gente non ama più questo Pdl». E pure Corsetto va giù duro: «Vogliamo dire che se il pesce puzza, puzza tutto? Pure in testa?». Chiaro riferimento alle decisioni di Berlusconi nell'appoggiare Monti e, prima, nel lasciare il pallino della politica economica a Tremonti.
Nel Pdl, comunque, sono in molti a prendere le distanze da posizioni così radicali sebbene, gratta gratta, la Santanchè ci abbia preso. Ammette un anonimo deputato: «La verità è che Daniela esaspera il malcontento di Berlusconi nei confronti del Pdl. Del partito così com'è, il presidente non ne può più». E allora il problema è rottamare o solo revisionare? E soprattutto: chi lo fa il meccanico? I più confidano in Alfano. La Russa sintetizza così: «Qua tutti vogliono rottamare tutti, ognuno per ragioni di posizionamento personale». E ancora: «Dopo il voto in Sicilia occorre non dico un redde rationem, ma un messaggio preciso. Berlusconi deve decidere. Se è il candidato è un conto. Se decide di non essere il candidato, noi abbiamo il dovere di identificarne uno. E abbiamo il dovere di indicare Alfano come guida. Silvio faccia una lista e noi ci alleiamo».
Lo stesso Alemanno, anima della destra sociale del Pdl, scuote il segretario: «Agisca subito o il centrodestra imploderà». Invoca le primarie, Alemanno. E sono in tanti a farlo. Uno di questi è Crosetto che però vuole dire altro: «Ormai non le chiedo più. Chiedo, invece, che il partito convochi uno straccio di organo, direzione, comitato o convention che sia, dove ci si confronti e si decida il da farsi». Ma il da farsi è un nodo difficilissimo da sciogliere: chi è come si rinnova? Chi ha la forza di imporre a Pinco o a Pallino (leggasi i vecchi notabili del partito, ndr) di fare un passo indietro?
Ecco che quindi ritorna in campo l'ipotesi massimalista della Santanchè: rottamare tutto.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.