Roma Scordatevi la lista Monti. «Non la vedo, non mi pare che compaia, non so che senso avrebbe». Scordatevi pure che scenda in campo, avverte Giorgio Napolitano, «lui è già un senatore a vita». Dunque Pier Luigi Bersani ha ragione, perché il Prof «non può essere candidato», ma ha anche torto: «Come chiedono alcuni partiti, dopo le elezioni può essere chiamato per guidare un governo politico».
SuperMario ha trovato un superportavoce. In attesa che Monti domenica compaia in tv da Fazio, ci pensa il capo dello Stato, da Parigi, a «fare chiarezza», togliendolo dalla lotteria elettorale: «Un senatore a vita non si può presentare alle Camere per il motivo che è già parlamentare». Ma poi c'è pure un motivo più strettamente politico. «In campagna elettorale - spiega - sarebbe sicuramente preferibile preservare una condizione di terzietà per il presidente del Consiglio». Salvate il soldato Mario. Non si può bruciare una riserva della Repubblica gettandolo nel fuoco della democrazia, non si può incrinare il profilo bipartisan del Prof sottoponendolo al giudizio popolare.
Perché «dopo», e questa forse è più di una previsione, il Belpaese avrà bisogno del suo riservista. «In qualità di senatore a vita - suggerisce il capo dello Stato - ha un suo studio a Palazzo Giustiniani dove potrà ricevere chiunque dopo le elezioni voglia chiedergli un parere, un contributo o un impegno». Dentro una simile cornice non ha «senso» parlare di una lista Monti. «È verissimo - insiste Napolitano - che ci sono alcune forze politiche che pensano che Monti potrebbe fare il presidente del Consiglio di un governo politico e non più tecnico. È un diritto e una facoltà che ha qualsiasi partito». Ce l'ha con Casini? Ieri Pier Ferdinando su twitter ha detto «interrompere ora Monti vorrebbe dire rendere vani i sacrifici». Con Montezemolo? «No, il presidente non parla di noi», giurano a Italia Futura.
Comunque sia, al Quirinale piacciono altre strade. Un'ipotesi vede Napolitano lasciare anzitempo il Quirinale e far votare a questo Parlamento il nuovo presidente della Repubblica: una situazione che favorirebbe la corsa di Monti al Colle. L'altra strada la individua Napolitano stesso: «Dopo le elezioni il mio successore terrà le consultazioni. In quella sede ogni partito potrà esporre le sue preferenze e le sue proposte sulla personalità a cui conferire l'incarico». Napolitano adesso proprio «non la vede». Però forse, chissà, in quella occasione al Colle ci sarà pure la lista Monti. «Non so davvero che senso avrebbe - ripete -. Innanzitutto, dipende da quale sarà il peso di questo ipotetico gruppo in Parlamento. Poi, come tutti gli altri, concorrerà alle consultazioni da cui uscirà il mandato per la formazione del governo. Avrà già un nome da proporre? Benissimo. Vedremo quali nomi proporranno gli altri partiti, sulla base dei risultati elettorali, e il presidente della Repubblica deciderà». Però attenzione, bisogna prima scoprire chi vincerà le elezioni, altrimenti «facciamo ipotesi campate in aria».
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