Nel mirino Standard & Poor's C'è prova delle manipolazioni

I pm di Trani indagano sui report allarmistici relativi al rating che accelerarono la caduta di Berlusconi

Nel mirino Standard & Poor's C'è prova delle manipolazioni

Errori. Incertezze. Inadeguatezze. L’inchiesta della Procura di Trani su Standard&Poor’s fa a pezzi il mito dei temuti maghi del rating, arbitri inesorabili dei destini finanziari dei Paesi più evoluti. In realtà anche i tecnici sbagliano, anche loro viaggiano sulla lunghezza d’onda dell’approssimazione e qualche volta fanno pasticci più dei governi che devono giudicare. Un dato che emerge dalle intercettazioni dell’indagine condotta dal pm Michele Ruggiero in cui si contesta la manipolazione del mercato pluriaggravata e continuata in relazione a quattro report sull’Italia diffusi fra il maggio 2011 e il gennaio 2012.

In realtà la confusione è spalmata su scala planetaria. Così, ad agosto 2011 Standard&Poor’s toglie la tripla A agli Stati Uniti. È un evento senza precedenti, ma si scopre anche che c’è stata un’errata valutazione. «Se c’è un errore - afferma un dipendente intercettato il 6 agosto - è perché la tesoreria ci ha dato numeri sbagliati». Dall’altra parte del telefono c’è Maria Pierdicchi, amministratore delegato Italia di S&P. E la manager replica preoccupata: «Quindi avete cambiato il comunicato stampa?». Il soggetto, mai identificato, risponde con disarmante franchezza: «No, non l’abbiamo fatto».

In realtà gli analisti si barcamenano fra difficoltà di vario genere e valutazioni inevitabilmente politiche. Interpretano gli spifferi che arrivano dal Palazzo e sviluppano strategie che avranno un impatto dirompente sui mercati e le Borse. «Viste le evoluzioni a livello politico in Italia - si legge in una mail inviata da un dirigente di S&P ad un collega - Berlusconi andrà da Napolitano per parlare» e poiché «c’è la possibilità che si instauri un governo tecnico perché Berlusconi è sotto pressione, quindi Frank consiglia di prendere tempo aspettando l’evolversi della situazione politica italiana». Attenzione: la mail, scritta presumibilmente da Frank Gill, un supermanager di S&P, è datata 3 agosto e insomma già in estate gli esperti davano per imminente il governo tecnico e un po’ ascoltavano gli umori, un po’ li precedevano accelerando di fatto la caduta dell’esecutivo.

In realtà, è la stessa Pierdicchi, a sua volta indagata per favoreggiamento, a lasciarsi scappare un giudizio non proprio rassicurante in una conversazione, puntualmente captata dalle microspie, con l’ex numero uno dell’agenzia Deven Sharma: «Sinceramente, Deven, alcuni

analisti non ritengono che noi avessimo le capacità di sostenere questo tipo di azioni di rating in Italia al momento, ritengono che serva più personale senior che si occupi dell’Italia adesso». Un’ammissione allarmante.

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