Il pressing ci sarà. E con ogni probabilità sarà più insistente delle altre volte. Perché ad auspicare che le forze del centrodestra si riuniscano sotto un unico tetto non sono soltanto i gruppi di Pdl, Udc e Fli all'Europarlamento, ma pure buona parte di quei leader europei che vedono in Mario Monti il garante degli impegni che l'Italia ha preso con Bruxelles.
Così, dopo i ripetuti appelli di Berlusconi all'unità dei moderati, è chiaro che al congresso del Ppe che si apre domani a Bucarest saranno in molti ad invitare Casini a ripensarci così da «non consegnare il Paese nelle mani di Vendola, Bersani e Di Pietro». Argomento, questo, su cui molto insiste il Cavaliere in questi giorni e su cui ieri hanno puntato anche Mario Mauro (presidente dei deputati Pdl al Parlamento europeo), Giuseppe Gargani (presidente di quelli Udc) e Potito Salatto (di quelli del Fli) nel loro appello a «rompere gli indugi e ripartire insieme» proprio dal congresso del Partito popolare europeo.
Un argomento di cui evidentemente si parlerà nella due giorni rumena, se non altro perché questa volta a spingere su Casini non saranno i soliti convinti sostenitori della causa (buona parte dei vertici del Ppe), ma pure leader europei in qualche modo insospettabili. Persino una come Angela Merkel - che certo con Berlusconi non ha un rapporto idilliaco - è infatti dell'avviso che una Udc che resta sganciata dal centrodestra e che ad urne chiuse può decidere di accordarsi con Pd e Sel non sia un bene per l'Europa perché in qualche modo allontana l'ipotesi del «Monti dopo Monti» su cui puntano non solo a Bruxelles ma pure a Washington. Ecco perché in vista del congresso di Bucarest c'è stato prima l'appello di Mauro e poi l'intervento di Franco Frattini per «andare oltre il Pdl» e «verso una Costituente popolare». D'altra parte in questi giorni Angelino Alfano e Casini si sono sentiti in più d'una occasione, senza contare che in Europa l'Udc converge sempre sulle posizioni del Pdl. Per capirci, i centristi appoggeranno la candidatura alla vicepresidenza del Ppe di Antonio Tajani. E il vicepresidente della Commissione Ue è uno dei sostenitori più convinti del ricongiungimento. «Auspico che i moderati lavorino insieme per dar vita a governi moderati anche nei loro Paesi», dice Tajani. Perché, insiste l'eurodeputata Licia Ronzulli, «questo è il momento di far prevalere le ragioni che uniscono su quelle che fino ad oggi hanno diviso».
Appuntamento a Bucarest, dunque. Anche se Casini continua a restare sulle sue posizioni e insiste sulla pregiudiziale Berlusconi. Lo lascia intendere chiaramente Rocco Buttiglione quando nel rispondere a Frattini chiede se all'eventuale Costituente popolare parteciperà anche il Cavaliere. D'altra parte, sono settimane che il leader dell'Udc resiste alle pressioni. Non solo quelle ripetute di Alfano e di tutti coloro che nel Pdl vorrebbero un riavvicinamento, ma pure quelle di Oltretevere dove un eventuale vittoria dell'asse Bersani-Vendola non è vista affatto bene. Casini, però, prende tempo. Forse anche in attesa di vedere se Rosario Crocetta - candidato di Pd e Udc in Sicilia - vincerà la sua sfida.
Con Berlusconi s'incroceranno domani sera, durante la cena dei capi di stato e di governo e dei leader del Partito popolare europeo, mentre Casini e Alfano si vedranno nel pomeriggio quando è previsto il loro intervento davanti al congresso. Per il Cavaliere e il segretario del Pdl, insomma, lo stesso schema applicato lo scorso anno a Marsiglia. Il primo siederà a tavola durante il summit dei leader del Ppe mentre il secondo parlerà dal palco.
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