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Par condicio, scoppia la guerra Legge ad personam per Monti

RomaL'ultima idea in tema di par condicio è scritta in due emendamenti che oggi verranno discussi nel collegio dell'Agcom, l'autorità delle comunicazioni cui spetta l'onere di controllare il rispetto della par condicio in campagna elettorale. Emendamenti che i maliziosi già definiscono creati su misura per Monti. Quasi una vituperata legge ad personam per permettergli di fare campagna elettorale in tv.
Oggi la stessa Autorità approverà infatti il regolamento per le emittenti private riguardo l'imminente campagna elettorale e dovrà esprimersi sui due emendamenti annunciati dal consigliere Francesco Posteraro in occasione dell'audizione del presidente dell'Autorità in Vigilanza Rai, al termine di un fiume di critiche piovute dal Pdl sulla conferenza stampa di fine anno del premier Monti, sull'«abuso di un ruolo istituzionale a scopi di propaganda» e sulla necessità di capire e chiarire «quale sia il nuovo gruppo che fa riferimento a Monti e quali spazi abbia».
In particolare, si tratta di due proposte di modifica che riguardano «persone non riconducibili a partiti». Emendamenti, insomma, che ritoccano lo schema attuale sia in senso permissivo, perché stabilirebbero che i partiti possono farsi rappresentare nei programmi di informazione da soggetti non presenti nelle liste elettorali, sia interdittivo, perché stabilirebbero che non è ammessa la presenza degli stessi soggetti non candidati nei programmi d'intrattenimento. In entrambi i casi è evidente che il riferimento è all'attuale premier Monti che ha appena annunciato la sua «ascesa in campo», non con una candidatura diretta ma con la proposizione di un'agenda politica che divenga elemento catalizzatore di una coalizione moderata. Senza questa norma, fanno notare fonti vicine all'Agcom, il professore non potrebbe partecipare alle trasmissioni tv se non in veste istituzionale di presidente del Consiglio.
Monti è stato anche al centro di un'accesa polemica fra il presidente dell'Agcom Angelo Marcello Cardani e il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. Quest'ultimo, infatti, dopo aver sottolineato il silenzio dell'Agcom sulla conferenza stampa del premier, ha tenuto a rimarcare il ruolo di Monti nella designazione degli organismi di garanzia e quindi anche di Cardani, rilevando un «conflitto di interesse che dovrà essere smentito con i fatti». «Se sono stato nominato dal premier - ha replicato Cardani - gli altri membri del consiglio sono nominati dal Parlamento e sono convinto che eserciteranno in totale autonomia il loro mandato».
Che esista un «problema Monti» riguardo alla par condicio ne è convinto, però, anche Vincenzo Vita (Pd).

Il parlamentare parla di «polemiche non infondate» perché sostiene che il rischio di una presenza «debordante» di Monti sia più che concreto.
Ecco perché lo stesso Vita saluta con favore l'introduzione di emendamenti che aiutino a disciplinare una situazione assolutamente inedita per il nostro panorama politico.

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